domenica 9 ottobre 2016

Sentire la spiritualità: Tokyo e i suoi tempi


Questo non vuole essere il mio diario di viaggio, di cui il web è ricchissimo, quanto piuttosto un "brain storming" tematico, legato alle esperienze fatte nei diversi luoghi.
La spiritualità giapponese ci ha affiscinati sin da subito, forse proprio per il notevole contrasto che si vive a Tokyo. Da una parte la moltitudine di gente che percorre le strade affollate, la modernità dei grattacieli che spiccano in altezza, le luci coloratissime delle insegne notturne, e poi ecco che poi incontri delle "oasi": natura, tranquillità, pace e tutto assume un senso diverso. Che sia un tempio buddista o un santuario shintoista si ha sempre la sensazione che il luogo rimandi ad una meditazione interiore.
E' quanto avvenuto a Meji Jingu, il tempio shintoista più importante di Tokyo. Si passa sotto il grande tori, il tradizionale portale d'accesso all'area sacra, e si attraversa un ampio e lungo viale alberato, quasi ad indicare il passaggio da ciò che è quotidiano, caotico, stressante, a ciò che è silenzioso, quieto, mistico.
 
Come in molti luoghi sacri, il primo rito è l'abluzione.
 
Acqua per purificarsi: si raccoglie con un mestolo e ci si sciacqua prima la mano sinistra, poi la destra ed infine la bocca (sputando l'acqua all'esterno della vaschetta, in un sistema di scolo posto tutto intorno).
Inizia il dialogo con le divinità: tavolette in legno appese, dove solitamente sono scritti messaggi, desideri o ringraziamenti, così come avviene con le tanichette di sakè.    
Di solito è possibile, in cambio di un'offerta, prendere all'interno di un contenitore un foglietto della fortuna. In questo tempio il messaggio era sostituito da una poesia, composta dall'imperatore Meji. E quante le emozioni che mi ha regalato questo pensiero:

"Lascia che il tuo cuore sia splendente e trasparente come il sole che sorge. Sii, infatti, felice di essere colei che porta agli altri, attraverso le proprie azioni della vita quotidiana, la pacifica freschezza dell'alba!"

In segno di rispetto la parte più sacra del tempio non è fotografabile, e ci si accosta silenziosamente per pregare. La preghiera segue uno schema ben preciso: ci si inchina due volte, si battono le mani per due volte e, terminato il raccoglimento, ci si inchina di nuovo.  
Raccoglimento, meditazione, preghiera sono un accadimento ineludibile in questo luogo. Non è il tempio in sé, è il percorrere lo spazio che lo circonda, attraversare i viali alberati, è osservarne la fioritura, è sentire il profumo che maturano, è ascoltare il cinguettio degli uccelli. E' così che i parchi sono parte integrante del sacro,  sono i giardini, gli acquitrini, i bonsai...
E poi le ninfee: il fiore di loto, tanto caro al simbolismo buddista per via del suo affondare le radici nel fango, di distendersi sulla superficie delle acque stagnanti, uscendo da esse immacolato e bellissimo. E' il simbolo di chi vive nel mondo senza esserne contaminato.
E sempre a Tokyo il tempio buddista del Senso-Ji, uno dei più famosi della città, che nonostante la pioggia, era davvero molto affollato.
 
L'imponente portale, che si distingue dal tori shintoista...
 
Questa volta un rituale che sa di profumi: è possibile acquistare dell'incenso, accenderlo ed inserirlo all'interno di un grande braciere. Il gesto finale è quello di accompagnarne il fumo verso il proprio corpo, così da poterne trarre giovamento fisico.
 
Riproviamo anche il bigliettino della fortuna. Lo prende mio marito, ma il messaggio non è beneaugurante questa volta, così ci spiegano che è possibile annodarlo, la divinità porrà il suo intervento per far volgere al meglio la situazione!
L'intervento divino sul futuro, mentre noi ci lasciamo avvolgere dal qui ed ora di un incantevole parco...
 

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