martedì 23 maggio 2017

Danimarca via Arabia Saudita

E' che la vita è un fluire, spesso ci offre nuove interessanti avventure e con questo post si apre il primo dei racconti di chi ha vissuto l'Arabia Saudita e poi si è spostato altrove. Il deserto come una tappa di un viaggio più lungo. Lui è Giuseppe, un giovane professionista italiano, che ha sempre viaggiato molto per lavoro e che ha vissuto tra Arabia Saudita e Baharain. L'uno il paese dove aveva sede il luogo di lavoro, l'altro la vita privata. E' facile comprendere che per un single non sia facile vivere l'Arabia, soprattutto per via della separazione di genere nei luoghi pubblici, che alcune volte diventa vera e propria esclusione. Eccoci con lui, sotto i secolari rami dell'albero della vita in Bahrain.

E così, Giuseppe decide dopo alcuni anni di scegliere un nuovo lavoro e una nuova meta. Il suo racconto ci apre a nuovi spazi e a nuovi sogni, senza mancare un costante raffronto con quello che ha lasciato un po' più ad est...  

"Dopo due anni vissuti tra l’Arabia Saudita e il Bahrain, considerando anche il significativo numero di ore passate sul causeway tra i due paesi che non e’ da sottovalutare come esperienza di vita, il mio personale flusso migratorio mi ha portato a trasferirmi nella localita’ di Vejle, nel sud dello Jutland, in Danimarca.
 
Vejle e’ una ridente cittadina, un paesotto si potrebbe dire, che si snoda lungo la strada pedonale intorno all’antico palazzo del borgo mastro e alla cattedrale, entrambi abbastanza austeri.
Il tutto potrebbe tranquillamente essere incluso dentro un centro commerciale di medie dimensioni del Medio Oriente. Da una parte, ad est il fiordo e poi il mare, mentre, nell’entroterra, una, o l’unica, zona collinosa della Danimarca con paesaggi mossi tra pianure, piccoli rilievi, boschi, torrenti e fiumiciattoli,
 
prati, campi,
 
pascoli,
 
laghetti…
e poi, sparsi qua e la’, paesini e frazioni, non raramente con le tipiche case dell’immaginario tipico del Nord Europa costruite in pietra o con tetto in fieno.

E anche la vita sembra scorrere tranquilla, poco turbolenta, fondamentalmente caratterizzata da una non spasmodica attenzione al presenzialismo ad oltranza sul luogo di lavoro e massima dedizione a casa, famiglia e amici.

Volendo scegliere qui l’aspetto piu’ incisivo, che mi ha colpito, dopo i primi mesi trascorsi dal mio approdo in questo luogo, sicuramente parlerei della natura, piena ed estesa, con un catalogo estesissimo di paesaggi, flora e fauna, a tratti bucolica, come si suol dire, ma anche poco addomesticata, non strabordante di scenari mozzafiato, eppure presente, mai fuori dalla vista, dall’udito.
 
 
Sicuramente quest’impressione e’ influenzata dal fatto che il paesaggio apparentemente piu’ vario della Danimarca e’ piu’ facile da vedere e sentire, mentre le terre deserte dell’Arabia Saudita sono un ambiente che richiede decisamente piu’ ricerca e curiosita’ per essere scoperto. D’altra parte, la natura in Arabia Saudita, e il contatto con essa, non risultano come una costante della quotidianità.
In Danimarca, la luce del sole che in inverno si concede solamente per circa otto ore, diventa onnipresente in estate, con giornate che sembrano non avere termine, suscitando sensazioni estreme che vanno dall’istinto al letargo invernale alla sovraeccitazione estiva, come fossero ore di vita regalate e non da sottrarre al sonno.

D’altra parte, la quasi costante lunghezza delle giornate in Arabia Saudita lungo l’anno, con l’orologio regolato dal vicino equatore, mi dava il vantaggio, di rendere intercambiali parti della giornata, e anche parti della sera e della notte.
Per quanto riguarda, piu’ in generale, la percezione delle stagioni, si tratta piuttosto di scegliere tra freddo e umido e caldo e secco (o tra riscaldamento e aria condizionata), ma in questo caso dipende davvero dai gusti."

sabato 13 maggio 2017

Un interessante incontro con la scienza

Alcuni giorni dopo l'Hawaii Party, apro Facebook ed apprendo di un evento che ha come scopo di avvicinare i "produttori" di cultura ai giovani.

Da soliti curiosi decidiamo di fare un salto per assaporare la rarità di questi accadimenti. La cornice in cui si svolge la manifestazione è lo "Scitech" di Al Khobar, di cui non conoscevo neanche l'esistenza.

Un bellissimo edificio accoglie il Centro Sultan Bin Abdulaziz per la Scienza e la Tecnologia.


L'interesse dei visitatori era tutto per la manifestazione che aveva come scopo di presentare ai ragazzi esemplificazioni concrete di aspetti scientifici diversi: prototipi di esperimenti di fisica, di chimica, di domotica, di astronomia, di automazione, ma anche realizzazione di modelli architettonici in 3d e applicazioni di informatica. Personalmente sono rimasta sorpresa dalla presenza di un centro culturale così ben strutturato.

Suddiviso su due piani, è possibile visitare al piano terra un auditorium, dove quotidianamente vengono anche proiettati dei documentari

ed al secondo piano ci sono sale dedicate alle diverse sfere della scienza.

"Our beautiful seas": dedicata al mondo marino, con un piccolo, ma interessante acquario al centro, che ospita diversi tipi di creature marine che vivono nei mari del Golfo Arabo e del Mar Rosso.




Abbiamo ammirato due grandi tartarughe,

un'enorme ed impressionante murena,

due squali di stazza diversa

ed in un angolo, uno sconosciuto, per me, pesce roccia!

"Wonders of science": una sala in cui è possibile esplorare i fenomeni più particolari della natura, spiegati attraverso le leggi della fisica e della chimica e letti in chiave di energia. E' una stanza ricchissima di esemplificazioni-gioco con cui i ragazzi possono interagire. Inutile dire che si torna bambini, si cominciano a premere i bottoni e ogni volta ci si meraviglia di come accada un tuono, di come si accenda una lampadina, di come si crei attrazione magnetica...
"Amazing tecnology": questa sala fornisce informazioni sulla scienza nell'esplorazione della tecnologia e su come le diverse tecnologie siano usate per sviluppare la nostra vita quotidiana.
"Discovery Oasis": una sala dedicata alla gioia dei più piccoli. Mi è sembrato di tornare all'Explora di Roma, a quando ho accompagnato il mio piccolo nipotino in questo museo che ricrea il mondo a misura di bambino. Una sezione vede ricreata la miniatura di una casa con gli utensili ad altezza di bambino, un'altra ricrea un negozio con tanto di cassa per battere gli scontrini,
in un'altra sezione ci sono nave e bus per ospitarli all'interno o per renderli capitani o autisti improvvisati,
un'altra dedicata ad un'oasi con tanto di palma e tenda beduina per i giovani piccoli sauditi!
"Earth and Space": un altro stop è dedicato all'Astronomia, attraverso il mondo, i pianeti e l'universo.

Ci si può sedere sulla poltrona della navicella spaziale della Nasa

oppure entrare all'interno della Terra per conoscerne i diversi strati.

"The living world": il percorso prosegue attraverso lo studio della flora e della fauna con tanto di poco affascinanti animali imbalsamati.

Il percorso termina con il corpo umano. Dallo scheletro, agli organi, ai muscoli, il tutto è riprodotto e sezionato.

C'è un'attenzione particolare per la medicina ed è interessante vedere una sagoma chiamata "New body parts, new hope", ovvero un corpo che ospita delle parti che artificialmente sono state riprodotte ed oggi possono essere impiantate senza grandi rischi di rigetto.

Qualcosa si muove, mi piace questo entusiasmo, so che questa effervescenza porterà a nuove generazioni di giovani talenti. Mi auguro che le menti che raccoglieranno questi semi, sapranno creare anche un ambiente socialmente ricco di interculturalità, che si ha la fortuna di vivere e respirare quotidianamente, e quindi anche apertura e tolleranza! 

Una serata dal sapore esotico

Mi capitano sotto gli occhi le parole usate come breve descrizione del mio blog e, rileggendole, non riesco a non sorridere... "Arabia Saudita... un paese che evoca spesso pensieri di oscurantismo medievale". Vivere qui da poco più di un anno mi ha fatto comprendere che anche la società più chiusa ed intransigente subisce il riflesso della globalizzazione, che difficilmente si riescono ad innalzare muri altissimi per non lasciar trapelare condizionamenti. Il risultato è un mettere in moto cambiamenti sociali e culturali vivaci e pieni di entusiasmo... felice di esserne talvolta testimone!
Carpire che ci sia un evento in città non è sempre facile... Il più delle volte ci si muove sui social e non tramite cartellonistica, spesso gli annunci e la pubblicizzazione sono in arabo, con il risultato che si rimane estraniati da questi aspetti "mondani" della vita saudita.
Ecco perché, appreso che ci sarebbe stato un "Hawaii Party" in città, decidiamo di andare.


Mio marito, forse più scettico di me, si convince a prenderne parte. Arriviamo in questa area prossima al mare e l'evento sembra ben organizzato, con tanto di parcheggio e persone designate a gestirlo. In lontananza intravediamo le prime luci. Il sole è tramontato e con il buio della sera tutto diventa più scenografico. Acquistato il ticket e indossato il braccialetto che ci contraddistingue, iniziamo il giro. Ci sono tanti diversi giovani artisti: pittori, ritrattisti, calligrafi, fotografi. E' appassionante parlare con questi ragazzi, non solo pieni di talento, ma carichi di voglia di condividere le loro passioni, di renderci partecipi del loro percorso artistico.

Molti ci consegnano il loro biglietto da visita, altri, come già per gli artigiani di Dammam, ci forniscono i loro account Instagram. Ci fermiamo a farci trascrivere i nostri nomi in arabo, una scrittura sinuosa, convoluta;

poi ad ammirare Khobar, colta dagli scatti di un abilissimo fotografo.
Uno scenario all'aperto dove tanti piccoli chioschi sono addobbati a tema: moltitudini di collane di fiori, fili di raffia colorata e luci. Si vendono accessori shabby chic per la casa, di cui anche i sauditi sono appassionati; abaya; incensi, candele e profumi; magliette; cover per cellulari personalizzate.



Tutti i chioschi dedicati a cibo e bevande sembrano voler gareggiare per essere il più cool del momento e rubare la scena al competitor. Ci sono un gruppo di simpatici ragazzi che fanno indossare un panama anche a mio marito e ci spiegano che hanno un piccolo negozio dove vendono succhi di frutta biologici, tra l'altro non lontano da casa, e quindi ci ripromettiamo di tornarli a trovare!
 
C'è una notevole scelta di cibo internazionale, ed i venditori si improvvisano intrattenitori per attrarre acquirenti.

 
Un'allegra ragazza ci ferma offrendoci del succo di cocomero e presa da questo entusiasmo esagerato chiedo al gruppo di giovani di potergli scattare una foto, che cattura questi sorrisi contagiosi.


Sul mare le luci, i fenicotteri allineati, i tanti tavoli attrezzati, le lampade di terracotta: è festa, è festa per tutti, per le famiglie, per i giovani che riconoscono in questo momento ludico i semi di un lento cambiamento. 

Sono ancora molte le attrazioni: una mostra di macchine d'epoca,
 
 
una lunga fila per accedere alla stanza degli orrori,
i giochi da parco dei divertimenti, il fare canestro per vincere un pupazzo oppure sparare e colpire il centro del bersaglio per avere un pesciolino rosso.
Trapezisti,
dj, musica ad alto volume: è tutto un creare un'atmosfera molto più leggera, dove piccole trasgressioni sono concesse. Spesso non viene indossato il niqab, alcune volte l'abaya è lasciato aperto, e sotto un velo morbido si intravedono i capelli verdi di una adolescente!

giovedì 4 maggio 2017

La Dubai sabbiosa del mare e del deserto (Terza Parte)

Prima tappa della giornata: il mare. L'acqua trasparente,

la spiaggia attrezzata,
 
l'edificio de "La Vela" sullo sfondo,

donne che indossano un normale bikini... quasi non sembrerebbe un paese islamico. Volto lo sguardo sull'altro versante della spiaggia e sul background una moschea lo testimonia.

Di nuovo emerge un paese che, pur di far decollare il turismo, pur di far apprezzare le sue acque, decide di scendere a compressi con i costumi occidentali. 

Siamo solo di passaggio, ci dirigiamo verso l'altro famoso centro commerciale della città, il Mall of Emirates. La notorietà di questo mall è dovuta ad una delle sue attrazioni interne: la famosa pista da sci artificiale, ricreata per permettere di indossare gli scarponi, la tuta e gli sci anche quando fuori le temperature sono roventi.


E queste donne che con tanto di abaya, sembrano ingoffate, ma lo stesso si avventurano lungo le piste oppure sugli slittini per scivolare lungo i pendii.

La neve, il rifugio Saint Moritz,

l'abbigliamento pesante, le fiamme del caminetto... tutto sembra voler ricostruire un mondo montano e da baita che sa di finzione particolarmente ostentata. La mia sensazione è quasi di carpire un mondo che con il suo benessere sa di poter plasmare una realtà artificiosa, sorprendente oltre ogni confine, ma la bellezza paesaggistica muore laddove perde la propria originalità!

Ci incamminiamo anche qui, attraverso il fashion district, ogni tanto cogliendo la grandezza architettonica delle altezze, delle immense cupole, delle vetrate,


delle fontane... 


Sappiamo che Dubai è turisticamente super organizzata rispetto all'Arabia Saudita e quindi decidiamo di partecipare ad un "desert safari" in piena regola. Sappiamo che saremo lontani dall'autenticità dell'esperienza che ci hanno regalato i nostri amici sauditi! Il driver ci passa a prendere in albergo e condividiamo questa avventura con altri turisti francesi ed indiani. Arrivati quasi ai confini con l'Oman, ci lasciamo alle spalle la moderna metropoli e perdiamo lo sguardo in un immenso deserto rossiccio.


Siamo come rapiti da una vastità impressionante, da un colore intenso, da un sole che pian piano ci regala un meraviglioso tramonto.

Siamo quasi inebriati, persi nel godere di questo paesaggio, da questo digradare verso le montagne sull'orizzonte.

Piano piano questa rilassatezza viene sovrastata da un'esperienza adrenalinica: quella che chiamano la "dune bashing", ovvero dopo una lenta salita, arrancando nella sabbia, ci si getta giù, dall'altro lato della duna, sgommando a tutta velocità.

 
Ci si dirige poi verso un campo beduino dove viene servita una cena a base di barbecue. A corollario, tante esperienze tra cui poter scegliere: un hennè,


foto con falco, breve cammellata,


foto con abiti tradizionali. In chiusura di serata viene presentato uno spettacolo di danza del ventre, di cui ho apprezzato di più, per la sua originalità, la versione maschile in stile dervisci rotante. 


Ed è tempo, cala il sipario immaginifico anche sulla nostra visita. Si conclude questo viaggio, che credo ci avrebbe maggiormente impressionati se fosse avvenuto, approdando negli Emirati direttamente dall'Italia, piuttosto che dopo aver visto alcuni paesi del Medio Oriente. La grandeur architettonica e avveniristica è indiscussa, se non fosse eccessivamente appesantita dall'estrema artificiosità di alcuni luoghi. E', invece, fortemente apprezzabile l'attenuazione del contrasto Islam-mondo occidentale che si respira. Con la speranza che questo seme di maggiore apertura attraversi i confini, ce ne torniamo a casa!