martedì 19 aprile 2016

Un giovane giordano in terra saudita

E poi conosci Anwar, un giovane ex collega di mio marito: impiegati nella stessa azienda italiana, ma lui di origine giordana. Mio marito, da appassionato recruiter, mi anticipa che questo ragazzo mi piacerà, che è solare, amante della vita, sempre sorridente ed estremamente disponibile. Non di meno si è dimostrato un'ottima fonte di informazioni per il nostro breve soggiorno a Doha, facendoci spesso da accompagnatore. E poi scopro che era appena tornato, estasiato, da un viaggio in Brasile, un luogo che amo moltissimo ed è subito feeling!

Lo conosco a Doha, dove vive, proprio per motivi lavorativi, da circa 3 anni. E durante una cena mi racconta  un po' della sua vita. Nasce nel 1988 da una famiglia di origine giordana, a Riyadh, dove  si sono trasferiti per motivi lavorativi del padre. A Riyadh inizia a studiare, per poi trasferirsi a Gedda negli ultimi 3 anni. Proseguirà poi gli studi universitari di ingegneria in Giordania e viaggerà durante le vacanze per tornare a trovare la famiglia in Arabia Saudita. Nonostante il padre abbia vissuto per circa 30 anni in terra saudita il suo status è sempre rimasto quello di expat e anche Awar, nonostante vi sia nato, rimane cittadino giordano. Ogni diritto di ingresso nel paese gli è stato cancellato quando il padre nel 2010 è tornato a vivere in Giordania e se vogliono tornare a trovare i loro affetti costruiti nei tanti anni di vita in Arabia hanno necessità di richiedere dei visti particolari o qualcuno deve inviargli una specifica richiesta di invito. (E' davvero molto recente la notizia che il governo saudita stia pensando di avviare un processo per riconoscere una sorta di Green Card  per gli expat, ovvero riconoscimento di maggiori diritti e servizi a fronte del pagamento di tasse).
 

Già la vita di un expat può sembrare davvero particolare agli occhi degli occidentali, a partire dal fatto che, mi raccontava Anwar di aver frequentato scuole solo maschili, perché divise per genere. Tutte le scuole hanno edifici separati per ciascun grado, ad eccezione di alcune scuole internazionali private.
Ma ciò che salta subito evidente è che per un adolescente, con gli ormoni impazziti, vivere una vita per separazione di genere possa essere davvero complicato. Mi spiegava che, in quanto ad attività, ha potuto fruire sicuramente di molte opportunità: tutti gli sport (basket, calcio, nuoto... i suoi preferiti); Internet cafè; bar; bowling; biliardo; videogames. Il resto del tempo, di solito, si trascorre in ambito familiare in cene, barbecues all'interno dei compound, oppure spostandosi nel deserto, sulla spiaggia o nei parchi. E' la famiglia il vero fulcro di questa società: i genitori devono conoscere gli amici che si frequentano e le loro relative famiglie. Il controllo è preponderante affinché il proprio figlio possa condurre una vita sicura e viene costantemente allertato rispetto a qualsiasi pericolo possa incorrere.
 
E il nostro sguardo volge contemporaneamente due tavoli più giù, verso un gruppo di ragazze integralmente velate, si gira verso di me e dice che forse non comprende tutte le restrittive tradizioni della sua religione, ma è forte in lui il senso di appartenenza alla famiglia e sostiene anche che hanno molto di cui andare orgogliosi. Gli chiedo di fornirmi qualche breve evidenza e mi dà delle interessanti esemplificazioni: la generosità; il senso di ospitalità; l'attenzione verso la propria moglie, sorella, figlia; il riconoscere alla donna una dote prima del matrimonio (è uso riconoscere una dote in gioielli ed in denaro, il cui ammontare viene di solito stabilito dalla famiglia della donna, che può, poi, autonomamente disporne); il rispetto verso i propri genitori, che è assoluta priorità, anche quando accade qualcosa di negativo; il senso di purificazione legato alla pulizia del corpo dopo l'uso del bagno; la "zakat", l'ammontare del 2,5% sui propri risparmi (il calcolo è un po' più complesso ed è dovuto soltanto da chi raggiunge un certo reddito netto) devoluto in beneficienza ai più bisognosi.
Anwar ha aperto la strada ed acceso una fiamma sulla volontà di approfondire la conoscenza di questa cultura, spero questa luce possa alimentarsi ancora di così belle persone!

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