sabato 13 maggio 2017

Una serata dal sapore esotico

Mi capitano sotto gli occhi le parole usate come breve descrizione del mio blog e, rileggendole, non riesco a non sorridere... "Arabia Saudita... un paese che evoca spesso pensieri di oscurantismo medievale". Vivere qui da poco più di un anno mi ha fatto comprendere che anche la società più chiusa ed intransigente subisce il riflesso della globalizzazione, che difficilmente si riescono ad innalzare muri altissimi per non lasciar trapelare condizionamenti. Il risultato è un mettere in moto cambiamenti sociali e culturali vivaci e pieni di entusiasmo... felice di esserne talvolta testimone!
Carpire che ci sia un evento in città non è sempre facile... Il più delle volte ci si muove sui social e non tramite cartellonistica, spesso gli annunci e la pubblicizzazione sono in arabo, con il risultato che si rimane estraniati da questi aspetti "mondani" della vita saudita.
Ecco perché, appreso che ci sarebbe stato un "Hawaii Party" in città, decidiamo di andare.


Mio marito, forse più scettico di me, si convince a prenderne parte. Arriviamo in questa area prossima al mare e l'evento sembra ben organizzato, con tanto di parcheggio e persone designate a gestirlo. In lontananza intravediamo le prime luci. Il sole è tramontato e con il buio della sera tutto diventa più scenografico. Acquistato il ticket e indossato il braccialetto che ci contraddistingue, iniziamo il giro. Ci sono tanti diversi giovani artisti: pittori, ritrattisti, calligrafi, fotografi. E' appassionante parlare con questi ragazzi, non solo pieni di talento, ma carichi di voglia di condividere le loro passioni, di renderci partecipi del loro percorso artistico.

Molti ci consegnano il loro biglietto da visita, altri, come già per gli artigiani di Dammam, ci forniscono i loro account Instagram. Ci fermiamo a farci trascrivere i nostri nomi in arabo, una scrittura sinuosa, convoluta;

poi ad ammirare Khobar, colta dagli scatti di un abilissimo fotografo.
Uno scenario all'aperto dove tanti piccoli chioschi sono addobbati a tema: moltitudini di collane di fiori, fili di raffia colorata e luci. Si vendono accessori shabby chic per la casa, di cui anche i sauditi sono appassionati; abaya; incensi, candele e profumi; magliette; cover per cellulari personalizzate.



Tutti i chioschi dedicati a cibo e bevande sembrano voler gareggiare per essere il più cool del momento e rubare la scena al competitor. Ci sono un gruppo di simpatici ragazzi che fanno indossare un panama anche a mio marito e ci spiegano che hanno un piccolo negozio dove vendono succhi di frutta biologici, tra l'altro non lontano da casa, e quindi ci ripromettiamo di tornarli a trovare!
 
C'è una notevole scelta di cibo internazionale, ed i venditori si improvvisano intrattenitori per attrarre acquirenti.

 
Un'allegra ragazza ci ferma offrendoci del succo di cocomero e presa da questo entusiasmo esagerato chiedo al gruppo di giovani di potergli scattare una foto, che cattura questi sorrisi contagiosi.


Sul mare le luci, i fenicotteri allineati, i tanti tavoli attrezzati, le lampade di terracotta: è festa, è festa per tutti, per le famiglie, per i giovani che riconoscono in questo momento ludico i semi di un lento cambiamento. 

Sono ancora molte le attrazioni: una mostra di macchine d'epoca,
 
 
una lunga fila per accedere alla stanza degli orrori,
i giochi da parco dei divertimenti, il fare canestro per vincere un pupazzo oppure sparare e colpire il centro del bersaglio per avere un pesciolino rosso.
Trapezisti,
dj, musica ad alto volume: è tutto un creare un'atmosfera molto più leggera, dove piccole trasgressioni sono concesse. Spesso non viene indossato il niqab, alcune volte l'abaya è lasciato aperto, e sotto un velo morbido si intravedono i capelli verdi di una adolescente!

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