mercoledì 1 giugno 2016

Kuwait - Parte Seconda "Piacevoli incontri fortuiti e avventure inaspettate!"

Ci svegliamo di mattina presto, un po' come d'abitudine con i ritmi sauditi, ci connettiamo con il mondo e tramite Facebook scopriamo che il nostro amico Anwar, il ragazzo giordano incontrato a Doha, è anche lui a Kuwait City e quindi ci mettiamo subito d'accordo per un incontro serale. Davvero alle volte capitano inaspettate coincidenze!
In mattinata ci dirigiamo all'antico rimodernato Souq Al-Mubarakiya. Si presenta con grandi viali coperti da tettoie in legno per riparare dal caldo, considerando che è maggio e siamo già a 43 gradi! Ed i vari negozi sono inseriti in questa struttura in cemento ed hanno tutti le classiche porte in legno.

Eppure ci sono anche alcune parti più vecchie non ancora ristrutturate qua e là, quasi a ricordare i tempi passati di un paese devastato da una guerra.
E si susseguono banchi con i vestitini tipici per le bambine,
banchi di frutta che potrebbero lontanamente somigliare a quelli provenzali per l'attenta cura nell'esporla,
banchi di dolciumi, di quelli dolcissimi, al limite dello stucchevole immersi nel miele,
i banchi della carne, che viene tagliata davanti agli occhi dei passanti,
i banchi del pesce,


i banchi che vendono teiere in ceramica smaltata.
Non ho fonti attendibili, ma sembrerebbe che queste teiere e portavivande fossero prodotte nell'Europa dell'Est (l'unica conferma mi è arrivata da una mia amica bielorussa che mi raccontava che anche sua nonna aveva un oggetto simile, della stessa manifattura, e lo utilizzava per tenerci il latte) e poi raggiungessero i paesi arabi per essere utilizzati dai beduini nel deserto proprio per il mantenimento dei cibi.
Altro oggetto interessante sono queste ciotoline coloratissime e coperte che servono, nella cultura culinaria araba, per contenere le loro salsine o gli intingoli da mettere all'interno del loro pane, come il classico hummus.
Nel nostro girovagare tra i viottoli, arriviamo ad una piazzetta dove il calore ci invade in un crescendo, ma la vista dei forni accesi ci fa presto comprendere il motivo. Il profumo del pane appena sfornato risveglia anche un leggero languorino e chiediamo se possiamo averne una porzione da portare via. Non solo sono così gentili da offrircela in segno di ospitalità, ma mi permettono anche di fotografare le varie fasi di cottura. La sfoglia circolare di pane viene attaccata alla parete dell'incavo sferico del forno. Non appena pronto viene staccato con una pala e di solito mangiato nell'immediato!
Assaporando il nostro pane caldissimo ci dirigiamo verso l'esterno a guardare i murales della parete dell'edificio di fronte all'ingresso del souq.
Ma è quello stesso pane che attira una turista incuriosita dal nostro insolito (per la cultura locale ci si siede, ci si accomoda intorno ad un tavolo e il cibo è sempre da accompagnamento a dei momenti di dialogo) mangiare camminando. Ci chiede dove potesse trovarlo anche lei e, tra un'informazione all'altra, ci scambiamo qualche dettaglio personale circa paesi di provenienza e sul perché visitare un paese inconsueto rispetto al normale circuito turistico. E così Mara ci spiega che, nonostante le sue origini spagnole, vive a Maui, una delle isole delle Hawaii e che ha come obiettivo quello di voler visitare cento diversi paesi, una globetrotter in pieno stile!  
E così la strada si fa percorso da condividere, osservando le prime decorazioni per l'imminente Ramadam.
Interessati, incuriositi dalle reciproche esperienze di vita, decidiamo di proseguire la visita della città insieme!

Nessun commento:

Posta un commento