mercoledì 9 novembre 2016

Sapori d'Oriente nipponico

Spesso conoscere un luogo passa anche attraverso la conoscenza di ciò che offre la sua tavola.
Ormai la globalizzazione ha fatto sì che qualsiasi turista possa trovare quantomeno le catene internazionali di fast food diffuse ovunque. Eppure trovo sia piacevole addentrarsi sempre un po', anche se, alle volte, con aria circospetta, alle abitudini culinarie altrui. La domanda, infatti, al nostro rientro è spesso stata di chiederci se fossimo riusciti a mangiare qualcosa. Al di là del nostro palato, abbastanza di poche pretese, abbiamo fatto esperienze interessanti.

La mattina non siamo riusciti ad abbandonare il nostro classico cappuccino e ci veniva servito con tanto di schiuma riadattata ai manga!

Spesso chiedevamo dei semplici toast accompagnati dalla marmellata e ci venivano fornite delle fette altissime e soffici di pancarrè. Proprio il loro spessore ha fatto ingegnare i giapponesi, tanto da utilizzarlo per creare delle torte.

E poi si va nei ristoranti alla ricerca di qualcosa di appetibile ed i piatti più comuni che abbiamo degustato sono stati i soba o gli udon, dei noodles di grano saraceno (cambia soltanto lo spessore degli spaghetti più fini i primi e piuttosto grossi i secondi) serviti in una zuppa. Venivano spesso affiancati da riso ed una tempura (la loro frittura leggera e croccante) di gamberi e verdure;

oppure il ramen, trattasi sempre di zuppa con i noodles, ma completata con carne e uova.

Ma spesso a fare la differenza è il luogo dove ci si appresta a mangiare ed è per questo che spesso ci siamo affidati a luoghi che sembravano meno turistici. Siamo stati, ad esempio, in un locale che offriva esclusivamente un piatto: soba, da degustare seduti al banco. Ci siamo dovuti industriare con tutta la nostra abilità all'uso delle bacchette, ascoltando i rumorosi vicini di sedia, poiché la tecnica del risucchio è per loro segno di gradimento!
Siamo stati in un ristorante all'interno di un ryokan, seduti a terra con tanto di cameriera in kimono che si inginocchiava accanto al nostro tavolo, posando una quantità di splendide ciotole in ceramica e sommessamente ci consigliava di osservare il giardino appena di fronte ai nostri occhi.
Io non amo il pesce crudo, pertanto non amo il sushi, mentre mio marito si è avventurato nella sua degustazione, apparendo molto soddisfatto, soprattutto perché non si ha da temere sulla freschezza del pesce stesso.
I ristoranti offrono sempre piatti di vario tipo, dalle verdure alla carne, al pesce, quindi ogni palato troverà come saziarsi e deliziarsi.
I luoghi della differenza, le esperienze insolite... Passeggiavamo nel caratteristico quartiere di Yanaka a Tokio, quando davanti ad una porticina vediamo crearsi una piccola fila. Incuriositi ci affacciamo a vedere cosa si celasse all'interno! Non riusciamo a capire benissimo, ma ci è sembrata un'affollata gelateria. Immaginando che il prodotto sarebbe stato di qualità di accodiamo per entrare. Arrivato il nostro turno, ci accoglie una dolcissima ragazza che ci fa vedere che al banco stanno facendo delle granite, con una macchina che definirei vintage! E per prendere il nostro ordine ci spiega in un inglese stentato che possono mettere un top di latte o yogurt. Prosegue la spiegazione con dei disegni su un taccuino e ci dice ancora che possono mettere degli sciroppi... e disegna una fragola, poi un ananas, una banana!!!
 
E sempre a Yanaka veniamo poi attratti da un profumo proveniente da una tipica casa in legno molto antica. Delle giovani ragazze hanno ricavato una bakery e stavano sfornando una specie di pizza e dolci davvero invitanti.
Eppure alcune delle cose più gustose di questa esperienza culinaria le abbiamo trovate lungo la strada...
A Kyoto, passeggiando di notte, vediamo sempre una lunga fila e ci accorgiamo che stanno preparando dei dolci. Si tratta dei dango, piccole polpette di riso infilzate in un bastoncino. Prima messe a cuocere su una griglia e poi ricoperte da una salsina gommosa a base di semi di sesamo.

Appena fuori il tempio di Inari, ci siamo fermati ad osservare la preparazione delle takoyaki, ovvero delle frittelle ripiene di polpo.
 
Ed è la cosa più divertente fermarsi per assaggiare, senza limitarsi nella scelta! E questo è soprattutto il caso dei dolci.  Un dolce molto semplice simile al nostro pan di spagna è il castella o kasutera.
Poi ci sono i vari dolci ripieni di marmellata di azuki (i fagioli dolci): il taiyaki, la cui pasta è molto simile ai pancake o ai waffle; i daifuku, i dolcetti di riso pressato, composti da riso glutinoso; gli imagawayaki, i dolci a base di pastella fritta in una padella speciale.
Il melon pan, pane dolce a forma di melone con una crosta sottile biscottata, è venduto caldo e spesso servito con gelato alla vaniglia.
E' simpatico vedere quanti teenager si appostano all'uscita da scuola a questi piccoli, ma allo stesso tempo coloratissimi negozi di crepes.
 
Poi ci sono tutti gli snack di riso salati da smangiucchiare, come i senbei, disponibili in centinaia di sapori, forme e colori. I senbei sono eccezionali se mangiati appena tolti dalla griglia!

Kaki no tane, salatini di riso leggermente piccanti e di solito serviti mescolati con arachidi; sono considerati dei drinking snack.
 
Gli onigiri, le triangolari polpette di riso, ormai famose per via dei cartoni animati. Possono essere vuote o ripiene di salmone o tonno, spesso avvolte su un lato da una foglia di alga per poter essere afferrati oppure possono degustati più comodamente con dei condimenti, tipo la salsa di soia.     

I pasti sono spesso accompagnati da ottima birra, che per chi vive in Arabia Saudita, è bevanda allettante perché ha, in più, il gusto del proibito! Quando siamo ad Hiroshima troviamo l'Octoberfest, con allestimento in pieno stile teutonico e con tanto di crauti, wurstel e brezel.  Ma nonostante il marchio europeo della festività, siamo gli unici occidentali a passeggiare tra le varie bancarelle!
 
Anche se siamo soliti, da italiani, ad autoincensarci come i fautori della migliore cucina al mondo, amo immergermi anche nei sapori delle ricette altrui. Nei limiti dei propri gusti ci sono sempre nuove scoperte, nuovi ingredienti che possono arricchire il nostro ricettario personale!

4 commenti:

  1. Un bellissimo post, che mi ha fatto riaffiorare alla mente tutti i sapori del Giappone :)

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    1. Grazie Patrick, non fosse altro perché questi sapori abbiamo potuto testarli spinti dalla curiosità innescata dal tuo bellissimo blog sul Giappone! Invito tutti a leggere i tuoi post su orizzontiblog.it!

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  2. L'unica cosa che sento di dire dopo aver letto il tuo post è: che meraviglia!! Apprezzare e assaporare altre culture ci arricchisce sotto tutti i punti di vista. E credo si debbano sperimentare sempre nuovi sapori.
    Aprire la mente è anche questo :)
    Vi abbraccio forte Chiara e Alex :) :*
    Sabrina

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    1. Grazie Sabry, rendersi disponibili ad accogliere le diversità culturali, le tradizioni, i sapori arricchisce sicuramente! Un abbraccio forte anche a te! :) :*

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