Questa volta rotta verso il Kwait, ci aspetta un'interminabile
strada le cui carreggiate sono affiancate da queste dune sterminate, ma diverse
da quelle incontrate verso Doha. Ed ecco Mr. cammello, direttamente a bordo del
camion che ci precede!
Appena fuori, il corredo urbano è sostituito da quello industriale, dove imperversano raffinerie petrolifere, con le ciminiere a canne alte da cui spiccano fiamme sinuose verso il cielo.
E poi da lì, l'energia trasmessa capillarmente da queste
torri che creano un abile effetto prospettico, sembrando di perdersi verso
spazi lontani.
Per alcuni tratti si fa più verde, con ceppi di vegetazione
spruzzati qua e là.
Si avvicendano anche zone acquitronose, che ricordano le
formazioni di acqua delle oasi ed altri delle
saline salmastre.
Sembrerebbe che queste acque abbiano quasi eroso alcune
rocce e prosciugandosi abbiano lasciato un sostrato salino di colore biancastro, che
circonda questi simil crateri.
Finalmente arriviamo ad un tratto che avrebbe tanto
affascinato il mio dolcissimo nipotino, la fauna tipica del posto: protagonista
assoluto il cammello!
Chiunque si dedichi alla pastorizia, deve sopravvivere per
dei periodo in alloggi di fortuna, ma non tutti sono simili.
Ci sono, ad esempio, delle abitazioni in legno sopraelevate,
che strutturalmente ricordano le preistoriche palafitte, sicuramente affinché
non vengano seppellite dei vari movimenti della sabbia.
Altre sono delle vere e proprie tende piantate nel mezzo del
deserto.
Ci sono le più classiche abitazioni arrangiate giustapponendo
dei bandoni, ed altre dove i diversi stili si combinano in piccoli
accampamenti.
E se si pensa al caldo delle temperature estive, il calore
soffocante del deserto non può che rimandare all'idea di un lavoro estremamente
faticoso, che richiede una consumazione fisica inimmaginabile ed al sogno di
questi pastori di attraversare quelle strade a tutta velocità per evadere, come questo camion
che sfreccia "a tutta polvere"!!!
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