A due ore di distanza da Tokyo incontriamo Nikko. Nonostante fossero ancora i primi giorni del nostro soggiorno in terra nipponica, abbiamo compreso che sarebbe stata una "climbing holiday"!!! Quando si arriva in stazione, si sa di dover spesso raggiungere un luogo situato in altezza, quasi metafora di doversi conquistare la possibilità di ammirare luoghi tanto affascinanti! Anche il clima, davvero molto umido, spesso appesantisce l'affrontare la salita, eppure regala quella sfocatura al paesaggio che sembra di vivere all'interno di un mondo immaginifico, onirico.
La prima
attrazione di Nikko è il ponte rosso
sul Fiume Daiya, ricostruzione di quello originale del XVII secolo. La leggenda
narra che l'eremita che fondò questo centro religioso venne portato al di là
del fiume da due serpenti.
Dopo
essersi inerpicati lungo questi sentieri naturali, si arriva all'edificio più
importante di Nikko, il mausoleo Tosho-gu, costruito nel 1634. Vi hanno
lavorato oltre 15.000 artigiani, che hanno laccato, dipinto, intarsiato,
decorato e scolpito per due anni per creare questo meraviglioso complesso!
All'interno
di può ammirare una pagoda di 5 piani costruita nel 650.
L’Omoto-mon,
è l’ingresso vero e proprio che si incontra dopo la pagoda ed è presidiato da
due statue dei re Deva.
Dopo si
trovano 3 magazzini sacri, la fonte sacra per lavarsi le mani, ricoperta da un
tetto stile cinese,
e la
Shinkyusha, la stalla sacra, con la famosa scultura delle 3 scimmiette non
vedo, non sento, non parlo. Io e mio marito ci siamo concessi un po' di ilarità
(come nella foto che segue)!
In
realtà queste tre scimmie insieme danno corpo al profondo principio
proverbiale del "non vedere il male, non sentire il male, non parlare del
male".
La
bellezza di questo luogo è indescrivibile, la ricchezza artistica lascia
stupefatti. Una delle cose che colpisce di questo santuario è il suo essere una
macchia di colore immersa nel verde. Il colore rosso è preponderante ed ha
anche un importante significato culturale. Il rosso, aka, per i giapponesi è
luminoso, brillante e si contrappone al nero. E' il colore che rappresenta il
sole (vedi il cerchio rosso della bandiera che simboleggia il Sol Levante). E'
un colore di buon auspicio e felicità!
L'altro
santuario che abbiamo visitato è quello di Taiyuin-byo, dedicato al nipote di
Ieyasu ed immerso nel bosco. Meno affollato di turisti, permette di godere
maggiormente delle suggestioni del luogo.
La natura
imperante tutto intorno ci convince ad allungare la nostra esplorazione, così
ci dirigiamo verso le Cascate Kegon. Saliamo su un autobus che affronta a
fatica i tornanti in salita e ci ritroviamo in alta montagna, con piccoli
villaggi. Raggiungiamo la nostra meta e, prendendo un ascensore, si accede ad
un punto panoramico da cui è possibile osservare le cascate in tutta la loro
maestosità.
Il
tramonto giunge veloce, il cielo piuttosto adombrato lascia filtrare una flebile
luce, che comunque arriva a creare e a regalarci uno spettacolo straordinario.
Sulle acque del lago poco distante si creano riflessi cangianti ricchi di innumerevoli
sfumature!
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