Uno dei passatempi preferiti dei numerosi visitatori del
Bahrain è lo shopping. Eppure quella mattina, grazie a Giuseppe, un amico
italiano che vive lì da circa un anno, andiamo alla scoperta del Seef Fort. Ci
racconta che nel weekend viene spesso in questa zona a fare jogging, perché,
nonostante il caldo, tira quel piacevole venticello che permette di fare un pò
di attività fisica.
Il forte si trova su una collinetta in rilievo, che si
affaccia sul Golfo Persico. Questo sito era una volta la capitale dell'antica
civiltà Dilmum, risalente circa al 2250 a.C. ed i primi edifici del Bahrain
Fort risalgono a questo periodo. Dopo numerose vicissitudini in cui il forte è
passato tra le influenze di diverse civiltà, più volte abbandonato e
ricostruito, i resti odierni risalgono al suo rifacimento da parte dei
Portoghesi, che se ne appropriano a seguito della guerra contro bahreiniti e
persiani alla fine del XVI sec. Ovviamente l'interesse dei portoghesi era poter
accedere, tramite il forte, alla costa del paese per poter trasportare
agevolmente merci e rifornimenti di vario genere.Quello che oggi è visibile è l'imponente muro di cinta, circondato da un profondo fossato. Molti degli edifici all'interno del forte, come stalle per i cavalli e le torri di guardia, sono ben conservati ed è quindi facile immaginare come apparisse il forte nel XVI secolo.
Eppure quando sali in alto immagini il passato, ma lo sguardo è catturato dal mare, dal colore chiarissimo delle acque che si intravedono tra le palme in lontananza.
E se cambi prospettiva e sposti gli occhi più in là, i
grattacieli svettano alti, la modernità giustapposta al fascino dell'antico.
Due donne che passeggiano sul vecchio camminamento e si avviano verso gli
edifici della vita brulicante e frenetica di Manama, la capitale del Bahrain,
dal centro ultramoderno e circondata di strade e viottoli pieni di negozietti
del souq e delle periferie.
E ci dirigiamo proprio verso il Muharraq souk, per
un'esperienza gastronomica che ci avvicina alla tradizione di questo paese.
Andiamo da "Saffron" per assaporare una tipica colazione del luogo. Rimaniamo,
da subito, colpiti dal locale, ricostruzione di un'azienda che lavorava i
datteri per la commercializzazione.
E poi arriva il cameriere per la comanda, ma non c'è menù: è
possibile solo assaporare i piatti della tradizione. Primo assaggio, datteri da
intingere in una dolce cremina. Tra una chiacchiera e l'altra arrivano ancora
numerose ciotoline, ci sono dolci noodles allo zafferano, e poi uova al
pomodoro, patate, fagioli ed il tipico humus (a base di ceci) da stendere sul nam (il pane arabo). Al
termine del pasto viene servito in un bicchierino una bevanda a base di estratto
di rosa e zafferano, da cui il nome del locale.
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