E così, Giuseppe decide dopo alcuni anni di scegliere un nuovo lavoro e una nuova meta. Il suo racconto ci apre a nuovi spazi e a nuovi sogni, senza mancare un costante raffronto con quello che ha lasciato un po' più ad est...
"Dopo due anni vissuti tra l’Arabia Saudita e il
Bahrain, considerando anche il significativo numero di ore passate sul causeway
tra i due paesi che non e’ da sottovalutare come esperienza di vita, il mio
personale flusso migratorio mi ha portato a trasferirmi nella localita’ di
Vejle, nel sud dello Jutland, in Danimarca.
Vejle e’ una ridente cittadina, un paesotto si potrebbe
dire, che si snoda lungo la strada pedonale intorno all’antico palazzo del
borgo mastro e alla cattedrale, entrambi abbastanza austeri.
Il tutto potrebbe
tranquillamente essere incluso dentro un centro commerciale di medie dimensioni
del Medio Oriente. Da una parte, ad est il fiordo e poi il mare, mentre,
nell’entroterra, una, o l’unica, zona collinosa della Danimarca con paesaggi
mossi tra pianure, piccoli rilievi, boschi, torrenti e fiumiciattoli,
prati,
campi,
e poi, sparsi qua e la’, paesini e frazioni, non
raramente con le tipiche case dell’immaginario tipico del Nord Europa costruite
in pietra o con tetto in fieno.
E anche la vita sembra scorrere tranquilla, poco
turbolenta, fondamentalmente caratterizzata da una non spasmodica attenzione al
presenzialismo ad oltranza sul luogo di lavoro e massima dedizione a casa,
famiglia e amici.
Volendo scegliere qui l’aspetto piu’ incisivo, che mi ha
colpito, dopo i primi mesi trascorsi dal mio approdo in questo luogo,
sicuramente parlerei della natura, piena ed estesa, con un catalogo estesissimo
di paesaggi, flora e fauna, a tratti bucolica, come si suol dire, ma anche poco
addomesticata, non strabordante di scenari mozzafiato, eppure presente, mai
fuori dalla vista, dall’udito.
Sicuramente quest’impressione e’ influenzata dal
fatto che il paesaggio apparentemente piu’ vario della Danimarca e’ piu’ facile
da vedere e sentire, mentre le terre deserte dell’Arabia Saudita sono un
ambiente che richiede decisamente piu’ ricerca e curiosita’ per essere
scoperto. D’altra parte, la natura in Arabia Saudita, e il contatto con essa,
non risultano come una costante della quotidianità.
In Danimarca, la luce del sole che in inverno si concede
solamente per circa otto ore, diventa onnipresente in estate, con giornate che
sembrano non avere termine, suscitando sensazioni estreme che vanno
dall’istinto al letargo invernale alla sovraeccitazione estiva, come fossero
ore di vita regalate e non da sottrarre al sonno.
D’altra parte, la quasi costante lunghezza delle giornate
in Arabia Saudita lungo l’anno, con l’orologio regolato dal vicino equatore, mi
dava il vantaggio, di rendere intercambiali parti della giornata, e anche parti
della sera e della notte.
Per quanto riguarda, piu’ in generale, la percezione
delle stagioni, si tratta piuttosto di scegliere tra freddo e umido e caldo e
secco (o tra riscaldamento e aria condizionata), ma in questo caso dipende
davvero dai gusti."
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