Ecco perché, appreso che ci sarebbe stato un "Hawaii Party" in città, decidiamo di andare.
Mio marito, forse più scettico di me, si convince a prenderne parte. Arriviamo in questa area prossima al mare e l'evento sembra ben organizzato, con tanto di parcheggio e persone designate a gestirlo. In lontananza intravediamo le prime luci. Il sole è tramontato e con il buio della sera tutto diventa più scenografico. Acquistato il ticket e indossato il braccialetto che ci contraddistingue, iniziamo il giro. Ci sono tanti diversi giovani artisti: pittori, ritrattisti, calligrafi, fotografi. E' appassionante parlare con questi ragazzi, non solo pieni di talento, ma carichi di voglia di condividere le loro passioni, di renderci partecipi del loro percorso artistico.
Molti ci consegnano il loro biglietto da visita, altri, come già per gli artigiani di Dammam, ci forniscono i loro account Instagram. Ci fermiamo a farci trascrivere i nostri nomi in arabo, una scrittura sinuosa, convoluta;
poi ad ammirare Khobar, colta dagli scatti di un abilissimo fotografo.
Tutti i
chioschi dedicati a cibo e bevande sembrano voler gareggiare per essere il più
cool del momento e rubare la scena al competitor. Ci sono un gruppo di
simpatici ragazzi che fanno indossare un panama anche a mio marito e ci
spiegano che hanno un piccolo negozio dove vendono succhi di frutta biologici,
tra l'altro non lontano da casa, e quindi ci ripromettiamo di tornarli a
trovare!
C'è una notevole scelta di cibo internazionale, ed i venditori si
improvvisano intrattenitori per attrarre acquirenti.
Sul mare le luci, i fenicotteri allineati, i tanti tavoli attrezzati, le lampade di terracotta: è festa, è festa per tutti, per le famiglie, per i giovani che riconoscono in questo momento ludico i semi di un lento cambiamento.
Sono
ancora molte le attrazioni: una mostra di macchine d'epoca,
una lunga fila per
accedere alla stanza degli orrori,
i giochi da parco dei divertimenti, il fare
canestro per vincere un pupazzo oppure sparare e colpire il centro del
bersaglio per avere un pesciolino rosso.
Trapezisti,
dj, musica ad alto
volume: è tutto un creare un'atmosfera molto più leggera, dove piccole
trasgressioni sono concesse. Spesso non viene indossato il niqab, alcune volte
l'abaya è lasciato aperto, e sotto un velo morbido si intravedono i capelli
verdi di una adolescente!
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