martedì 6 giugno 2017

Alla scoperta di un luogo nascosto

Mi capita di frequente di sentir descrivere il paesaggio saudita come un monotono deserto sabbioso. E sebbene sia d'accordo che il deserto la fa da padrone incontrastato, soprattutto nella regione dove risiedo, sono rimasta sorpresa da moltitudini di forme e colori che il paesaggio assume. Un viaggio "on the road", quasi cinque ore di macchina e la carreggiata costeggiata solo da sabbia.
Voglio lasciar parlare le foto: le dune, le conformazioni rocciose, la sabbia che invade l'asfalto, i cammelli, il treno merci solitario, il susseguirsi prospettico dei tralicci della corrente elettrica, gli improvvisati bacini d'acqua, la rada vegetazione... ripercorrete insieme a me quella strada, poco sinuosa, godete del panorama e della sua ricchezza.








 
 
 
La nostra meta era un luogo poco conosciuto, poco pubblicizzato, nella zona di Al Dulum, a circa 130 chilometri dalla capitale Riyadh, definito come "Hidden canyons", già il nome li definisce "nascosti" agli occhi degli improvvisati turisti che vorrebbero conoscere e magari celebrare qualche bellezza naturalistica. Sempre dal nome c'è un rimando agli scenari naturalistici dell'Arizona. Abbiamo deciso di congelare le nostre aspettative fin quando non saremmo arrivati sul posto.
Mio marito registra le coordinate, non sappiamo se il navigatore sarà in grado di guidarci sino al luogo desiderato. In effetti arriviamo al punto di arrivo, ma nulla si manifesta alla nostra vista. Poco più avanti due indiani, ci fermiamo e proviamo a chiedere informazioni, ma anche loro si sono persi in  questo nulla. Nessuna indicazione stradale, solo un cenno di probabilità che forse il luogo di cui tutti eravamo alla ricerca si sarebbe trovato più all'interno, avventurandosi con la macchina lungo una strada che avrebbe potuto presentare problemi di percorrenza e con una debole presenza di segnale gps. Rischiamo, ci avventuriamo solo per un breve tratto ed invece approdiamo fieri sul luogo scelto.


Da subito abbiamo goduto di questo luogo incantato, di queste rocce tagliate in profondità tra le quali si è raccolta la copiosa acqua piovana di quest'anno e che, altrettanto velocemente, si prosciugherà con l'arrivo della torrida stagione estiva.


Intorno a noi altri expat e pochi sauditi, i ragazzi coraggiosamente salgono ai livelli più alti per poi tuffarsi nelle piccole insenature e rientrare dopo poche bracciate.
Osserviamo abbagliati quell'acqua verdastra che si arricchisce del riverbero dei raggi e risplende nella sua brillantezza.


Come una crepa tra i tagli netti e simmetrici, forse smussati solo dalle intemperie, ci facciamo strada, inerpicandoci e scendendo i gradoni, in questo zigzagare.


Il paesaggio è davvero brullo, pochi ciuffi di erbe selvatiche e piccoli alberi frondosi, alla cui ombra regalano una breve sosta dalla calura. 




Ci siamo arricchiti di un'altra avventura, la nostra curiosità ci ha spinti a vedere oltre il paesaggio monotono nell'eterogeneità dei colori, nella lenta metamorfosi che si crea e a volte impercettibile. La capacità di cogliere il dettaglio, talvolta di fermare la macchina e osservare, semplicemente osservare nella solitudine del deserto silenzioso.  

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