Siamo su una grande piazza fronte mare a Dammam, il sole è appena calato e si accendono una moltitudine di luci a dare il benvenuto.
Da
subito un po' di chioschi dove degustare il tè e starsene rilassati sui
divanetti, a far da scenario l'immensa teiera smaltata!
C'è una folla di gente immensa e piacevole, ci riconoscono "diversi", ci invitano a vedere, ad approssimarci, a fare foto, a cogliere i dettagli. E' stato ricostruito tutto intorno ad un grande palazzo dallo stile coloniale, un grande villaggio. Al centro, al posto della piazza, un grande palco, su cui sono puntate tutte le luci per dare vigore alle danze popolari.
Protagonisti i più piccoli, sorridenti e vivaci, che prendono anche posa per noi.
E poi gli adulti: un immenso gruppo di uomini che, da quel poco che riusciamo a comprendere, stanno inscenando un episodio religioso tratto dal Corano.
Alcuni
hanno scelto di aprire le porte del loro passato, ci spiegano che hanno
recuperato quegli oggetti dai propri bisnonni e li hanno portati per
condividere e riportare memoria di come fossero arredati gli ambienti.
Ovviamente ricordano l'essenzialità di una vita che appartiene anche al nostro
passato, alcuni oggetti mi ricordano quelli che appartenevano ai miei avi.
Orgogliosi ci mostrano una collezione di monete... Mohammed mi dice che si
tratta una collezione privata della sua famiglia, lasciata in eredità dal suo bisnonno e, mentre
osserviamo alcune banconote provenienti da tutto il mondo, arriviamo alle
nostre mille lire. Ci sorprendiamo ed insieme ci facciamo una risata!
E poi
c'è tutta un'area molto interessante creata per dare voce all'arte.
Ci sono
dei pittori che stanno dipingendo, le loro tele, i loro volti sognanti e
concentrati, i loro colori,e noi spettatori di una magia che prende forma.
Parlo di magia, perché mi piace sottolineare quanto questa società sia ancora
culturalmente lontana da queste forme di espressione, di quanto sia
estremamente dirompente questa voglia di andare oltre, manifestandola e
decidendo di condividerne anche il momento "creativo".
Ma è
arte, di non minore importanza anche tutta quella che segue.
La
ceramica con le sue creazioni grezze, le sue anfore, spesso traforate.
Magiche, nella notte, le luci dei portacandele.
Ci
meraviglia vedere dei fischietti, quelli che ricordano la ceramica tradizionale
pugliese. Ci spiegano che occorre inserire un po' di acqua all'interno e il
fischio che produce è davvero simile al cinguettio di un uccello.
Ma l'uccello
rappresentato è bellissimo e facilmente avvistabile in Arabia Saudita:
rappresenta un'upupa, un uccello non molto grande, dal becco aguzzo leggermente
incurvato e che sul capo porta un ciuffo a ventaglio. E' di colore marroncino
con striature bianche e nere sulla coda.
Altra
forma di arte, che ormai ci appassiona, è l'intaglio del legno. Quest'arte non
dà solo forma ad oggetti scultorei particolari, ma si utilizza anche per
decorare portali, con un lavoro manuale minuziosissimo, che può durare anche
mesi.
Ed
infine il mare e tutto ciò che è parte del mondo navale: barche in miniatura,
gabbie e ceste, corde e reti per la pesca, rigorosamente intrecciate a mano.
Ad un
certo punto, intorno ad una bottega, vediamo una calca di gente, non si capisce
attratta da cosa. Proviamo a chiedere e come d'incanto ci fanno spazio e ci
esortano ad osservare! C'è un uomo che sta aprendo delle conchiglie, quelle
preziose, all'interno delle quali potrebbero celarsi delle perle. Sono tutti attenti e partecipi dell'agognata
scoperta!
In fondo è vero, le perle naturali che si possono trovare in queste
acque sono bellissime, rifinite, lucenti. L'arte di crearne gioielli preziosi è
davvero antica e raffinata.
Una
serata davvero interessante e, nonostante fossimo i "diversi", abbiamo
percepito un grande e accogliente entusiasmo. E' emersa una società attenta a
non dimenticare le proprie radici, ma che utilizza in modo sfrenato la
modernità. Social e tradizione "a braccetto": mio marito è finito
intervistato su Snapchat e nessuno degli artigiani aveva un biglietto da visita
cartaceo, ma era pronto a fornire il proprio profilo Instagram, con il book
fotografico delle proprie creazioni.
Ancora
una volta siamo tornati a casa con lo zainetto più carico: del calore con cui
ci hanno accolti, del loro orgoglio nel raccontarci del loro passato, della
sorpresa con cui ci hanno visti partecipi, come loro, di questo festival.
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