Non siamo turisti particolarmente attratti da queste mete, ma complice la vicinanza, decidiamo di tuffarci in un lungo weekend di "sollazzi".
Ancor prima di decollare, abbiamo uno spaccato del modo di abbigliare tradizionale degli abitanti degli Emirati, grazie al video sulla sicurezza da rispettare a bordo di Fly Dubai. Accanto all'hostess occidentale, ci sono le donne che indossano la tipica maschera e gli uomini che indossano il thobe, come gli stessi sauditi, ma che non sono soliti fermare la kefia con i lacci circolari, ma la fermano sul capo attorcigliandola.
allo scultoreo tuffo della fontana.
Il souq è la perfetta conciliazione di eleganza moderna e ambientazione tradizionale. E' tutto un susseguirsi di lampade, colonne, piazze marmoree e cortili.
Ci fermiamo subito ad osservare il
bellissimo acquario. Lo osserviamo dalle immense vetrate esterne, affascinati
dalle numerose specie acquatiche, dal muoversi sinuoso delle mante, dal muso
circospetto degli squali, dall'aspetto mimetico delle murene, dai colori vivaci
dei numerosi pesci più piccoli e da alcuni coraggiosi turisti che, indossata la
muta, si sono calati nelle acque e immersi.
E da quando viviamo in Saudi sentiamo
la saudade del cibo italiano, quindi perchè non approfittare di un banale
pranzo da Eataly?
E tra l'altro passatempo stravagante
per il paese, una grande pista per il pattinaggio sul ghiaccio.
È pomeriggio ormai ed avevamo la
visita al Burj Kalifa già prenotata online per le cinque (il rischio altrimenti
è di trovare una fila eccessivamente lunga), orario in cui avremmo potuto
godere del calare del sole sulla città. Il Burj Kalifa non è solo, con i suoi
145 piani, il grattacielo più alto del mondo, è uno dei miracoli della città,
un vero miracolo architettonico. Veniamo accolti in una hall, insieme ad altri
turisti di tutto il mondo. Ci ritroviamo seduti su dei comodi divanetti, ci
viene offerto caffè al cardamomo e datteri e veniamo istruiti sulla visita. Un
ascensore che ci porterà al "top", il punto più alto!
In gruppo saliamo in un minuto al
piano più alto, la vista è meravigliosa.
Giriamo tutto intorno e rimaniamo
colpiti da come questa città cantiere, svettante di gru, sia ancora in
evoluzione, spingendo la sua moderna architettura verso altezze sempre
maggiori, con stili architettonici super moderni, costosi e dettagliati.
Non ci meraviglia, invece, che questa
metropoli sorga all'interno del deserto, che si sia sviluppata strappando nuovi
spazi vivibili al mare, che siano riusciti un'impresa così sfidante in un arco
temporale relativamente ridotto. Nel breve, il sole, quella grande sfera che
adoro osservare nella sua pienezza e nei suoi colori caldi, comincia a
discendere verso l'orizzonte, regalando alle onde il rinfrangersi dei raggi,
regalando al cielo i suoi colori sfumati e regalando alla città una luce nuova
che si specchia sui vetri degli edifici.
Lo sguardo allora si spinge verso il
basso e veniamo allietati dalle famose fontane: un gioco di acqua che si muove
e danza a ritmo di musica.
Pian piano fa buio e tutto si fa luce
artificiosa, colorata, sorprendente. È metafora calzante di ciò che si respira:
artificiosità capace di soddisfare e rappresentate l'orgoglio, che deriva da
crescita e successo.
Ci accomodiamo sulla terrazza di un
ristorante libanese con affaccio sulle fontane per ammirarle più da vicino.
L'ambientazione ci regala una serata dal sapore romantico, sognante,
accogliente.
Una ritmata musica araba, le acque che si muovono sinuose,
le luci sui grattacieli,
la luna che sembra appoggiarsi comoda su uno degli edifici,
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