La prima tappa della giornata è stata pianificata già prima di partire: The Miracle Garden, un giardino coloratissimo e sempre in fiore in pieno deserto! Avevo letto tanti commenti diversi, opinioni davvero contrastanti. I commenti favorevoli vedono in questo luogo la piena manifestazione di una natura che si concede e si trasforma in spazi fantasiosi e trasbordanti di creatività. Le critiche sono più legate al dissipare inutili impegni finanziari per rendere il luogo sempre in fioritura, si immagini in termini di acqua costantemente necessaria per innaffiare gli immensi giardini e la minuziosa manutenzione per definire forme e lineamenti ovunque presenti. Amante dei giardini botanici, ho voluto lasciare che la mia osservazione si portasse anche in questo luogo, cercando di non farsi condizionare. Ci immergiamo nei viali,
attraversiamo i cortili, entriamo in un piccolo villaggio dall'aspetto tirolese,
da un piccolo patio, osserviamo le acque del lago e dei suoi personaggi acquatici,
ci culliamo su una sedia a dondolo godendo del degradare dei colori dei prati antistanti. Lo scenario è riempito da un enorme aereomobile ricoperto di fiori
ed in lontananza da un veliero, che sembra fluttuare su cuori colorati.
La mia idea, personale e soggettiva, è che sicuramente il valore del luogo nasce dallo sforzo creativo e dall'impegno di manutenzione, anche se nell'insieme appare un luogo un po' fintamente voluto tra le dune!
Non ci abbattiamo e nonostante i raggi solari picchino, regalandoci i primi 40 gradi della stagione, ci dirigiamo nell'area del vecchio porto. Una zona che sta riprendendo le sembianze dell'antico villaggio dei pescatori, così come appariva ad inizio secolo.
La casa dà ai visitatori la possibilità di conoscere gli ambienti in cui viveva un regnante di Dubai della prima metà del XX secolo, con la sua semplicità e i suoi ampi spazi architettonici. La casa attualmente viene utilizzata come un museo che mette in mostra la storia di Dubai, con una collezione di foto storiche degli sceicchi e della vita a Dubai prima della scoperta del petrolio, una vita che adesso in città non esiste più.
E poi ci immergiamo nella zona che divide Deira da Bur Dubai, da meri turisti ci accomodiamo a bordo di una delle antiche imbarcazioni per farci trasportare al di là del molo, dove si trovano i due antichi souq.
Da una parte quello delle spezie e non ci stanchiamo mai di assaporare questi profumi ed aromi.
Poco distante, il souq dell'oro, quello strabiliante, i gioielli massicci ed imponenti, che impressionano per la loro carica e la loro lucentezza. Non sono i gioielli a cui siamo abituati, sembrano quasi il coronamento di vesti lussuose, quasi a sostituirsi al panneggio di sontuosi tessuti.
Al termine della giornata ci godiamo una rilassante serata in un altro dei quartieri moderni e mondani della città, il Dubai Marina. Noto come il quartiere della spiaggia tra i grattacieli, nasce dove fino a circa cinque anni fa non c'era nulla. Ceniamo in uno dei ristoranti all'interno del Pier 7, un edificio famoso per avere per ciascuno dei sette piani un ristorante diverso.
Prendiamo l'ascensore e ci fermiamo al quarto piano, quello che ospita The Scene, un elegante ristorante inglese con vista sul porto. Il panorama è ricco di luci dei locali e dei grattacieli dal design futuristico e di lussuosi yacht ormeggiati.
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