domenica 30 aprile 2017

Dubai: miracolo moderno e fascino tradizionale (Seconda Parte)

La sveglia presto... ma le temperature sono già alte, lasciano presagire che sarà dura camminare a lungo durante la giornata!

La prima tappa della giornata è stata pianificata già prima di partire: The Miracle Garden, un giardino coloratissimo e sempre in fiore in pieno deserto! Avevo letto tanti commenti diversi, opinioni davvero contrastanti. I commenti favorevoli vedono in questo luogo la piena manifestazione di una natura che si concede e si trasforma in spazi fantasiosi e trasbordanti di creatività. Le critiche sono più legate al dissipare inutili impegni finanziari per rendere il luogo sempre in fioritura, si immagini in termini di acqua costantemente necessaria per innaffiare gli immensi giardini e la minuziosa manutenzione per definire forme e lineamenti ovunque presenti. Amante dei giardini botanici, ho voluto lasciare che la mia osservazione si portasse anche in questo luogo, cercando di non farsi condizionare. Ci immergiamo nei viali,


attraversiamo i cortili, entriamo in un piccolo villaggio dall'aspetto tirolese,

da un piccolo patio, osserviamo le acque del lago e dei suoi personaggi acquatici,

ci culliamo su una sedia a dondolo godendo del degradare dei colori dei prati antistanti. Lo scenario è riempito da un enorme aereomobile ricoperto di fiori

ed in lontananza da un veliero, che sembra fluttuare su cuori colorati.

La mia idea, personale e soggettiva, è che sicuramente il valore del luogo nasce dallo sforzo creativo e dall'impegno di manutenzione, anche se nell'insieme appare un luogo un po' fintamente voluto tra le dune!

Non ci abbattiamo e nonostante i raggi solari picchino, regalandoci i primi 40 gradi della stagione, ci dirigiamo nell'area del vecchio porto. Una zona che sta riprendendo le sembianze dell'antico villaggio dei pescatori, così come appariva ad inizio secolo.
 
È stato possibile visitare la casa degli avi dello sceicco Saeed al-Maktoum.


La casa dà ai visitatori la possibilità di conoscere gli ambienti in cui viveva un regnante di Dubai della prima metà del XX secolo, con la sua semplicità e i suoi ampi spazi architettonici. La casa attualmente viene utilizzata come un museo che mette in mostra la storia di Dubai, con una collezione di foto storiche degli sceicchi e della vita a Dubai prima della scoperta del petrolio, una vita che adesso in città non esiste più.

E poi ci immergiamo nella zona che divide Deira da Bur Dubai, da meri turisti ci accomodiamo a bordo di una delle antiche imbarcazioni per farci trasportare al di là del molo, dove si trovano i due antichi souq.

Da una parte quello delle spezie e non ci stanchiamo mai di assaporare questi profumi ed aromi.

Poco distante, il souq dell'oro, quello strabiliante, i gioielli massicci ed imponenti, che impressionano per la loro carica e la loro lucentezza. Non sono i gioielli a cui siamo abituati, sembrano quasi il coronamento di vesti lussuose, quasi a sostituirsi al panneggio di sontuosi tessuti.

Eppure non mancano i "disturbatori", i venditori chiassosi che incitano all'acquisto scontato, quelli che ti prendono sotto braccio suggerendoti un sicuro affare o quelli che ti pressano per venderti un prodotto contraffatto. Ma nonostante l'impertinenza di questi personaggi riusciamo a trovare un negozio che vende bellissimi prodotti artigianali per lo più di origine afgana, impreziositi di colore e raffinati per la lavorazione artigianale. Ci fermiamo, sostiamo per una bibita rinfrescante in un bar ricavato all'interno di un antico palazzo e sembra di vedere il mercanteggiare dei commercianti e dei pescatori del passato.

Al termine della giornata ci godiamo una rilassante serata in un altro dei quartieri moderni e mondani della città, il Dubai Marina. Noto come il quartiere della spiaggia tra i grattacieli, nasce dove fino a circa cinque anni fa non c'era nulla. Ceniamo in uno dei ristoranti all'interno del Pier 7, un edificio famoso per avere per ciascuno dei sette piani un ristorante diverso.

Prendiamo l'ascensore e ci fermiamo al quarto piano, quello che ospita The Scene, un elegante ristorante inglese con vista sul porto. Il panorama è ricco di luci dei locali e dei grattacieli dal design futuristico e di lussuosi yacht ormeggiati.
 
 
Terminiamo la serata godendoci la vivace passeggiata lungomare, chiamata The Walk, con enormi marciapiedi pedonali ed un'infinità di ristoranti e bar.

giovedì 13 aprile 2017

Dubai: la "Vertical city" (Prima Parte)

Dubai è la meta sognata, agognata da chi vuole approcciare il fasto tangibile del miracolo economico arabo! Tutto è spettacolare, pronto a stupirti, a farti vivere la magia del lusso, del poter acquistare e veder realizzati i tuoi vizi, il tuo relax, i tuoi divertimenti! 
Non siamo turisti particolarmente attratti da queste mete, ma complice la vicinanza, decidiamo di tuffarci in un lungo weekend di "sollazzi".
Ancor prima di decollare, abbiamo uno spaccato del modo di abbigliare tradizionale degli abitanti degli Emirati, grazie al video sulla sicurezza da rispettare a bordo di Fly Dubai. Accanto all'hostess occidentale, ci sono le donne che indossano la tipica maschera e gli uomini che indossano il thobe, come gli stessi sauditi, ma che non sono soliti fermare la kefia con i lacci circolari, ma la fermano sul capo attorcigliandola.
 
Arriviamo, lasciamo i bagagli in albergo ed iniziamo la nostra visita in base a quanto già pianificato. In molti ci hanno dispensato consigli su attrazioni e locali da visitare, così da poter aver un programma ben dettagliato. 

 
Direzione Dubai Mall, un gigantesco centro commerciale, ricco di eleganti dettagli, dalla cupola da cui scendono fiumi di farfalle,


allo scultoreo tuffo della fontana.

Il souq è la perfetta conciliazione di eleganza moderna e ambientazione tradizionale. E' tutto un susseguirsi di lampade, colonne, piazze marmoree e cortili.

Ci fermiamo subito ad osservare il bellissimo acquario. Lo osserviamo dalle immense vetrate esterne, affascinati dalle numerose specie acquatiche, dal muoversi sinuoso delle mante, dal muso circospetto degli squali, dall'aspetto mimetico delle murene, dai colori vivaci dei numerosi pesci più piccoli e da alcuni coraggiosi turisti che, indossata la muta, si sono calati nelle acque e immersi.

E da quando viviamo in Saudi sentiamo la saudade del cibo italiano, quindi perchè non approfittare di un banale pranzo da Eataly? 


E tra l'altro passatempo stravagante per il paese, una grande pista per il pattinaggio sul ghiaccio.
 
 
È pomeriggio ormai ed avevamo la visita al Burj Kalifa già prenotata online per le cinque (il rischio altrimenti è di trovare una fila eccessivamente lunga), orario in cui avremmo potuto godere del calare del sole sulla città. Il Burj Kalifa non è solo, con i suoi 145 piani, il grattacielo più alto del mondo, è uno dei miracoli della città, un vero miracolo architettonico. Veniamo accolti in una hall, insieme ad altri turisti di tutto il mondo. Ci ritroviamo seduti su dei comodi divanetti, ci viene offerto caffè al cardamomo e datteri e veniamo istruiti sulla visita. Un ascensore che ci porterà al "top", il punto più alto!
In gruppo saliamo in un minuto al piano più alto, la vista è meravigliosa.
 
Giriamo tutto intorno e rimaniamo colpiti da come questa città cantiere, svettante di gru, sia ancora in evoluzione, spingendo la sua moderna architettura verso altezze sempre maggiori, con stili architettonici super moderni, costosi e dettagliati.
 



Non ci meraviglia, invece, che questa metropoli sorga all'interno del deserto, che si sia sviluppata strappando nuovi spazi vivibili al mare, che siano riusciti un'impresa così sfidante in un arco temporale relativamente ridotto. Nel breve, il sole, quella grande sfera che adoro osservare nella sua pienezza e nei suoi colori caldi, comincia a discendere verso l'orizzonte, regalando alle onde il rinfrangersi dei raggi, regalando al cielo i suoi colori sfumati e regalando alla città una luce nuova che si specchia sui vetri degli edifici.

Lo sguardo allora si spinge verso il basso e veniamo allietati dalle famose fontane: un gioco di acqua che si muove e danza a ritmo di musica. 

 
Pian piano fa buio e tutto si fa luce artificiosa, colorata, sorprendente. È metafora calzante di ciò che si respira: artificiosità capace di soddisfare e rappresentate l'orgoglio, che deriva da crescita e successo. 


Ci accomodiamo sulla terrazza di un ristorante libanese con affaccio sulle fontane per ammirarle più da vicino. L'ambientazione ci regala una serata dal sapore romantico, sognante, accogliente.
 
 
 
Una ritmata musica araba, le acque che si muovono sinuose,
 
le luci sui grattacieli,
 
la luna che sembra appoggiarsi comoda su uno degli edifici,
 
noi ed una città che ci ha regalato una magnifica serata!

lunedì 10 aprile 2017

Sulle tracce di un'eredità culturale

Ormai è ufficiale, io e mio marito ci sentiamo un po' la "crazy couple", anche questa volta alla ricerca di un'esperienza autentica, volta a conoscere la storia e le tradizioni del territorio dove viviamo. Abbiamo partecipato all'Eastern Province Heritage Festival, ovvero alla manifestazione volta a raccogliere il patrimonio storico-artistico di questa regione dell'Arabia Saudita, a mio avviso poco pubblicizzata e poco partecipata dagli expat... davvero un peccato.

Siamo su una grande piazza fronte mare a Dammam, il sole è appena calato e si accendono una moltitudine di luci a dare il benvenuto.


Da subito un po' di chioschi dove degustare il tè e starsene rilassati sui divanetti, a far da scenario l'immensa teiera smaltata!


C'è una folla di gente immensa e piacevole, ci riconoscono "diversi", ci invitano a vedere, ad approssimarci, a fare foto, a cogliere i dettagli. E' stato ricostruito tutto intorno ad un grande palazzo dallo stile coloniale, un grande villaggio. Al centro, al posto della piazza, un grande palco, su cui sono puntate tutte le luci per dare vigore alle danze popolari.

 
Protagonisti i più piccoli, sorridenti e vivaci, che prendono anche posa per noi.

 
E poi gli adulti: un immenso gruppo di uomini che, da quel poco che riusciamo a comprendere, stanno inscenando un episodio religioso tratto dal Corano.
 
Alcuni hanno scelto di aprire le porte del loro passato, ci spiegano che hanno recuperato quegli oggetti dai propri bisnonni e li hanno portati per condividere e riportare memoria di come fossero arredati gli ambienti. Ovviamente ricordano l'essenzialità di una vita che appartiene anche al nostro passato, alcuni oggetti mi ricordano quelli che appartenevano ai miei avi.
 
Orgogliosi ci mostrano una collezione di monete... Mohammed mi dice che si tratta una collezione privata della sua famiglia, lasciata in eredità dal suo bisnonno e, mentre osserviamo alcune banconote provenienti da tutto il mondo, arriviamo alle nostre mille lire. Ci sorprendiamo ed insieme ci facciamo una risata!
E poi c'è tutta un'area molto interessante creata per dare voce all'arte.
Ci sono dei pittori che stanno dipingendo, le loro tele, i loro volti sognanti e concentrati, i loro colori,e noi spettatori di una magia che prende forma. Parlo di magia, perché mi piace sottolineare quanto questa società sia ancora culturalmente lontana da queste forme di espressione, di quanto sia estremamente dirompente questa voglia di andare oltre, manifestandola e decidendo di condividerne anche il momento "creativo".

Ma è arte, di non minore importanza anche tutta quella che segue.
La ceramica con le sue creazioni grezze, le sue anfore, spesso traforate.

 
Magiche, nella notte, le luci dei portacandele.
 

Ci meraviglia vedere dei fischietti, quelli che ricordano la ceramica tradizionale pugliese. Ci spiegano che occorre inserire un po' di acqua all'interno e il fischio che produce è davvero simile al cinguettio di un uccello.
Ma l'uccello rappresentato è bellissimo e facilmente avvistabile in Arabia Saudita: rappresenta un'upupa, un uccello non molto grande, dal becco aguzzo leggermente incurvato e che sul capo porta un ciuffo a ventaglio. E' di colore marroncino con striature bianche e nere sulla coda.
Altra forma di arte, che ormai ci appassiona, è l'intaglio del legno. Quest'arte non dà solo forma ad oggetti scultorei particolari, ma si utilizza anche per decorare portali, con un lavoro manuale minuziosissimo, che può durare anche mesi.


Ed infine il mare e tutto ciò che è parte del mondo navale: barche in miniatura, gabbie e ceste, corde e reti per la pesca, rigorosamente intrecciate a mano.


Ad un certo punto, intorno ad una bottega, vediamo una calca di gente, non si capisce attratta da cosa. Proviamo a chiedere e come d'incanto ci fanno spazio e ci esortano ad osservare! C'è un uomo che sta aprendo delle conchiglie, quelle preziose, all'interno delle quali potrebbero celarsi delle perle.  Sono tutti attenti e partecipi dell'agognata scoperta!
 
In fondo è vero, le perle naturali che si possono trovare in queste acque sono bellissime, rifinite, lucenti. L'arte di crearne gioielli preziosi è davvero antica e raffinata.

Una serata davvero interessante e, nonostante fossimo i "diversi", abbiamo percepito un grande e accogliente entusiasmo. E' emersa una società attenta a non dimenticare le proprie radici, ma che utilizza in modo sfrenato la modernità. Social e tradizione "a braccetto": mio marito è finito intervistato su Snapchat e nessuno degli artigiani aveva un biglietto da visita cartaceo, ma era pronto a fornire il proprio profilo Instagram, con il book fotografico delle proprie creazioni.
Ancora una volta siamo tornati a casa con lo zainetto più carico: del calore con cui ci hanno accolti, del loro orgoglio nel raccontarci del loro passato, della sorpresa con cui ci hanno visti partecipi, come loro, di questo festival.