Ecco un'altra cosa a cui non faccio più molto caso: la divisione di genere. I primi tempi, nei locali, sbagliavo sempre ingresso e sentivo mio marito, alle mie spalle, riprendermi ed invitarmi ad aprire la porta accanto.
Oppure quelle volte in cui, non guardando il cartello in alto, sventuratamente mio marito è stato incitato a cambiare fila alla cassa, perché quella in cui era allineato era riservata a sole donne.
Tutto sommato si è trattato di eventi sporadici perché la nostra fortuna è quella di vivere in questo paese come "famiglia". Lo status non è mai stato così importante per definire le tue abitudini di vita. A volte ce lo ricordano gli amici che sono qui con lo status di "bachelor", ovvero single oppure expat che vengono in Arabia Saudita solo per lavoro, lasciando la propria famiglia nel paese di origine. Soprattutto agli uomini è richiesto un rigido rispetto di questa regola e quindi, loro malgrado, devono rimanere nelle aree riservate e separate di locali, ristoranti, mense, sale di attesa, palestre, uffici pubblici ed in generale per tutti quei luoghi in cui sia possibile incontrare una donna.
Mi sono permessa di sottolineare la difficoltà per un expat a rispettare questa regola semplicemente perché non cresciamo con questa divisione così netta, né riusciamo a vedere nella commistione di genere della vita quotidiana necessariamente implicazioni sessuali. Cosa diversa accade per un saudita che cresce nella divisione di genere. La stessa accoglienza casalinga è separata: c'è il salotto per le donne e quello per gli uomini. Passino alcune aperture all'interno della famiglia, ma difficilmente un uomo potrà conoscere la moglie del suo amico. Si viene educati in questa realtà, le scuole, i luoghi di culto, i locali sono tutti diversificati. Ergo, anche gli aspetti ludici della vita sono vissuti esclusivamente tra donne, oppure tra uomini.
Ripeto, nella mia quotidianità, questo per me si concretizza solo in un prendere una direzione piuttosto che un'altra, quindi poca cosa e poco toccare con mano queste realtà.
Eppure un giorno viene annunciato sul gruppo whatsapp del compound che stanno organizzando una "Ladies night".
Quello che segue è il flyer dell'evento.
Poche informazioni. Ci sarà un buffet per la cena, ci sarà un dj ed è richiesto di attenersi ad un dress code: vestire in rosso e nero.
Cos'è una "ladies night"? Un evento, per alcune l'evento... riservato a sole donne, ovviamente, in cui le arabe possono sentirsi libere di non indossare né abaya né alcun tipo di velo.
Non voglio essere ipocrita: ho voluto partecipare solo per curiosità, ed è inutile dire che il mio background mi fa sembrare strana un'esclusione a priori di uomini da una qualsivoglia festa!
Vi racconto la serata da qui, come fossi seduta sulla poltrona del mio salotto, perché non potendo scattare foto, non ci saranno immagini a corredare il mio racconto.
Innanzitutto la festa è stata organizzata in occasione di San Valentino! Abissale è la distanza nell'immaginario legato a questa festività. Se dovesse aprirsi una nuvoletta accanto alla mia testa, non potrei che avere la scena di una cena romantica, a lume di candela, tra due innamorati. E la nuvoletta di una donna araba? La scena di donne che si scatenano in pista a ballare! Ne consegue che il significato della festa ha assunto, da queste parti, un senso più ampio, diventando la festa in cui si celebra l'affetto verso chiunque, inclusi gli amici.
Ed eccoci alla serata, posso solo mostrarvi l'allestimento della sala, in cui la scritta "love" regna al centro della pista da ballo e tanti palloncini rossi a forma di cuore su tutte le pareti!
Le donne si sono tutte sentite libere di svestire le vesti quotidiane ed indossare vestiti in linea con i colori richiesti! Mi avevano accennato che alle volte, in queste circostanze, c'è il rischio che il tutto scada in volgarità. Non è stato quello che io ho avuto modo di testare: non c'erano abiti troppo succinti, non c'erano trucchi troppo marcati o esagerati. Ho solo assaporato la voglia di una serata diversa. L'unica donna a rimanere velata per l'intera serata è stata la dj! Ha alternato musica internazionale (delle feste a cui partecipavo circa venti anni fa!) a musica araba. Bello vedere questi corpi sinuosi muoversi a dei ritmi a cui il mio orecchio è vergine.
Per fornirvi un'idea, vi riporto il link di una delle canzoni più ballate, dove tutte le donne sono scattate dalla sedia per andare in pista a ballare, a congiungere le dita, braccia a novanta gradi e bacino in evidenza muovendolo ritmicamente.
E ancora, ad allietare la serata, hanno previsto una lotteria con estrazione di piccoli premi.
Poco dopo la mezzanotte, dopo aver ballato a piedi nudi sulla moquette della sala, ci siamo rinfilate le nostre decoltè, riannodate le nostre fusciacche rosse, e forse nei nostri sguardi c'era solo il rammarico di non aver condiviso una piacevole serata con i nostri mariti!
Nessun commento:
Posta un commento