Quando parlo di cultura artistica mi riferisco non soltanto all'arte visiva, ma anche a musica, cinema, teatro...
Forse stiamo vivendo un periodo storico di svolta... si legge sui giornali dei primi concerti live per il cantante saudita Mohammed Abdu, proprio qui, nella sua terra d'origine.
C'é
fermento, si inizia ad instillare la consapevolezza che lo sviluppo di un paese
non può che generarsi da idee innovative. E queste vanno alimentate, nutrite,
stimolate attraverso la creatività.
Si
cominciano a costruire centri culturali, che non siano solo musei e quindi
raccolta del patrimonio storico, ma luoghi collanti di sperimentazioni; luoghi
dove poter ospitare performance teatrali, concerti; luoghi dover poter vedere
un film.
Ed
eccomi, da "romana" a soffrire questa mancanza. Eccomi cercare di non
perdere le rare "exhibition" ed i rari eventi concertistici. Non sono
l'unica, siamo tanti e tra gli expat ci sono anche pittori, scultori,
musicisti, cantanti, che si sono ricreati piccoli angoli di mondo parallelo!ed una seconda fase, più lunga, di posa statica. Ascolto Edith Piaf, La vie en rose... il tempo trascorre veloce e ne è emersa un'esperienza piacevole, catturata dall'entusiasmo dei partecipanti e dal loro talento.
Questi americani, che, indossati cappelli e stivali da cow boy, salgono sul palco per offrire la musica dei loro luoghi.
Forse un genere non proprio nelle nostre corde, ma piacevole... eppure non lontano quanto il genere dell'esibizione successiva, ai limiti dell'heavy metal!
Nonostante ciò, vedere intorno a te gente divertita, saltellante, ballare e "pogare" mi ha fatto sembrare Marylin Manson un rock meno estremo del solito!
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