Arriviamo in serata e decidiamo di goderci un po' di vita notturna. Già al calare del sole, gli altissimi grattacieli avanguardistici cominciano a colorarsi di luci. Le luci sono ovunque: lungo le strade, tra i rami degli alberi, ad accendere le insegne di negozi e locali. E' tutto uno sfavillio.
Avevo letto di un evento che avrebbe portato aspetti della cultura giapponese in esposizione a Riad.
Per due appassionati di Giappone l'evento suona davvero allettante. Eppure non è stata soltanto la mostra ad attrarci, ma soprattutto la curiosità di conoscere il centro culturale che l'avrebbe ospitata. Un grande edificio molto curato, pullulante di gente, che nonostante un ingresso separato per genere, si ritrova all'interno del grande androne per girare ed immortalare con un selfie i vari stand.
Torniamo
in centro città, quasi accecati dai colori sgargianti della notte. Ne
approfittiamo per andare da Eataly in una delle strade più trendy, piena di
locali, di donne eleganti sotto un abaya che si comincia a profilare semi
aperto!
Nel girovagare notturno, scorgiamo in lontananza l'Al Faisaliyah Center
da una piazzetta non molto distante.
Ed eccoci di nuovo in questo miscuglio di
modernità e tradizione, di futuristico e ancestrale: famiglie raccolte nel
parco, intente ad acquistare dai truck che vendono cibo da strada, pronte per il loro picnic, come da consuetudine beduina. E allora viene steso il tappeto,
appoggiati i cuscini per adagiarcisi ed il cibo è pronto per essere condiviso
da tutti i familiari.
Lo
spettacolo più colorato ce lo regala la nostra stanza di albergo. Stanchi,
ci dilettiamo a scorrere visivamente lo sfumare delle luci della Kingdom Tower.
Al
giorno seguente abbiamo dato un taglio socio-culturale, andandocene per musei
che ospitano aspetti di storia e cultura saudita. Raggiungere questi musei ci
ha permesso di intravedere antichi quartieri di case di fango color giallo ocra, decadenti e coperte di fascinosi anni di vita passati.
Ci
apprestiamo ad acquistare i biglietti di ingresso al Masmak Fort, quando ci
informano che l'ingresso è gratuito, accogliendoci con un caloroso benvenuto e
suggerendoci la direzione da seguire per l'intero percorso. Costruita nel 1865,
la fortezza nasce a scopo difensivo e passa attraverso il possesso di sultani
diversi. E' solo nel 1980 che viene ristrutturata ed entra a far parte del King
Abdulaziz HIstorical Centre.
Ospita al suo interno anche una moschea ed un pozzo. I soffitti sono coperti da foglie di palma dipinte, così come tutte le porte comunicanti del labirinto di stanze e cortili. Inoltre, il museo offre una mostra di armi antiche, costumi e manufatti agricoli.
Ospita al suo interno anche una moschea ed un pozzo. I soffitti sono coperti da foglie di palma dipinte, così come tutte le porte comunicanti del labirinto di stanze e cortili. Inoltre, il museo offre una mostra di armi antiche, costumi e manufatti agricoli.
Da un
museo all'altro, arriviamo al più noto Museo Nazionale, costruito nel 1999 e
diviso in 8 grandi sezioni espositive. Il concetto didattico alla base di questo
museo è in parte diverso dal classico approccio tradizionale. Si dà minore
enfasi a singoli oggetti di valore, presi nella loro unicità, tanto che non
si distinguono le copie dagli originali. L'idea, infatti, è quella di non
focalizzarsi sul singolo pezzo, piuttosto su ciò che quello che l'oggetto rappresenta,
come esemplificativo ai fini della spiegazione di un concetto più ampio.
Si viene
immediatamente colpiti dal frammento di un meteorite, ritrovato nel deserto di
Rub al Khali, che apre la sezione dedicata all'Universo, al sistema solare,
alle placche tettoniche, la geologia e la geografia della penisola araba e lo sviluppo di flora e fauna. Include anche degli scheletri di dinosauro.
Si passa poi ad una sezione dedicata alla storia dei diversi regni che hanno costituito l'Arabia Saudita identificandoli in tre età diverse.
Nel percorso
si incontra poi una galleria dedicata all'Era Preislamica, intorno al 400 a.C.,
e l'accento è posto sui numerosi reperti di evoluzione negli scritti e nella calligrafia.
E quindi l'era del profeta Maometto, con illustrazione della sua vita e della
sua missione. E poi ancora l'influenza dell'Islam sull'Arabia Saudita ed il
susseguirsi del Primo e Secondo Stato Islamico fino all'Unificazione. L'ultima immensa
galleria è dedicata all'Hajj (al pellegrinaggio) e alle due Moschee Sacre (di
Mecca e Medina).
Al
termine della nostra esplorazione ci dirigiamo verso il bar per prendere
qualcosa da bere, ma l'inserviente non era al bancone e così ci cominciamo a
guardare intorno. Anche una signora saudita si avvicina e trova l'inconveniente
spiacevole, comincia ad informarsi e a sollecitare in arabo che qualcuno
venga ad offrire il servizio. E' molto gentile con noi e si scusa per
l'accaduto. L'incontro è valso a scambiare due parole. Informandoci delle
reciproche città di provenienza, ad un certo punto ci guarda e ci confessa di
provare un po' vergogna, perché nonostante fosse di Riad era la sua prima
visita al museo. Ci spiegava di essersi resa conto dell'importanza del luogo
solo dopo che la sorella era stata in visita con una delegazione di un'università
londinese: poche parole ancora una volta esemplificative della nostra distanza culturale!
Ci
rimettiamo in cammino, pensando che avremmo ancora un bel paesaggio da
osservare, magari con una piacevole musica di sottofondo. Pochi chilometri più
avanti, invece, ci aspetta una tempesta di sabbia che invade la strada e rende
problematica la visibilità.
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