domenica 11 dicembre 2016

Quella magnifica distesa di sabbia senza confini...

Sembra opinione comune che l'esperienza più bella che si possa fare in Arabia Saudita sia quella del deserto e quindi era, pian piano, cresciuta in noi una grande voglia di avventurarci, era maturata una grande aspettativa. Purtroppo, però, non è così semplice organizzare un tour autonomamente, senza mai averne avuto esperienza, né tantomeno è facile trovare agenzie che lo organizzino come propria offerta turistica.

E poi ecco che ci arriva un inaspettato invito, Marta e Ruggiero non potevano farci regalo migliore: ci chiedono se vogliamo partecipare ad un camping nel deserto organizzato da alcuni loro amici sauditi. Forse quando si parla di organizzazione alla maniera occidentale di solito c'è già una data definita ed un planning dettagliato. In questo circostanza, la data che slittava di tanto in tanto e la destinazione che cambiava ubicazione, ci rendeva un po' scettici sull'effettiva riuscita dell'evento. Ma entusiasmati dall'idea assecondiamo lo spirito avventuroso ed, Inshallah, finalmente realizzeremo un sogno!
Un'esperienza davvero unica, riusciamo a vivere il deserto così come lo vivrebbe un autoctono. Quando pochi giorni prima Marta mi conferma che si partirà, leggiamo quanto Omar, il ragazzo che ci farà da guida, ha previsto e tutto sorprendentemente nel minimo dettaglio. Si parte di buon mattino, diversi step previsti per raccogliere tutti; esplicitati i negozi dove si andranno a comprare i felafel per la colazione (queste polpette fritte di tradizione araba costituite prevalentemente da ceci tritati con cipolla, aglio, prezzemolo e cumino); e l'acquisto di sacchi a pelo, che definirei rinforzati di lana per affrontare il freddo della notte,
 
e, per chi volesse, i farwa, i cappotti di stile beduino che indossano gli uomini per superare le temperature più rigide.
 
Ed il weekend prende inizio... Siamo gli unici che vivono un po' fuori zona, così arriviamo con calma all'appuntamento, sapendo che tanto i tempi sono sempre molto rilassati! Il taxi ci lascia al luogo dell'appuntamento ed i nostri amici arrivano con il suv otto posti affittato per l'occasione. Impieghiamo quasi quattro ore di viaggio per raggiungere il Thumamah National Park, alle porte di Riyad.
E' amore a prima vista... sembra un'infinita distesa di colore rossiccio, che appaga, sembra che dia calore, confonde la vista per le sue sinuosità prospettiche.

 

Poco prima di affrontare le dune ci raggiungono altri suv: è sempre preferibile che ci sia un gruppo di macchine in caso di problematiche varie, soprattutto di tipo meccanico! Si abbassa la pressione delle gomme e si va, alternando spinte pazzesche sull'acceleratore per affrontare le salite sabbiose senza rischio di scivolare indietro. Bisogna essere allenati per  capire come aggirare le curve o come non ristagnare o affondare in caso di ripartenza. Giungiamo comunque in una sorta di "baia", conosciuta dai ragazzi ed al riparto dai venti, dove cominciamo ad allestire l'accampamento. Innanzitutto si tira su la tenda, dove dormiranno i non temerari della notte.
 
Una delle mie più grandi perplessità era legata al contatto con la sabbia: al come saremmo riusciti a destreggiarci per ben due giorni con questi granellini che sarebbe finiti ovunque! Ecco una delle prime cose che mi ha stupita: non è necessario calzare scarpe da trekking, si può camminare a piedi nudi e la sabbia facilmente scivola via. E quindi il nostro inutile acquisto viene presto abbandonato per godere di questa libertà! Lo vuoi sentire sotto i piedi, lo vuoi osservare in tutte le direzioni e perderti con la vista verso l'immenso!
 
Ed ecco che poi si scaricano e si srotolano i tappeti ed alcuni cuscini rigidi, che nella tradizione araba servono per adagiarcisi quando ci si stende. Contemporaneamente viene allestita la cucina da campo ed il nostro cuoco si appresta a preparare il pranzo!
 
Ci aspetta il piatto tipico saudita, la kabsa: tutti intorno al grande piatto di riso, che ospita al centro la carne.
 
La tradizione vuole che il tutto venga mangiato con le mani, ma, gentilissimi, ci forniscono dei cucchiai perché immaginano la nostra difficoltà di afferrare il riso senza spargerlo sul tappeto prima di farlo arrivare alla bocca!!!
 
Si capisce che la cucina non è improvvisata, anche il cibo, per quanto gli strumenti siano arrangiati, è davvero molto gustoso! Lo apprezziamo tutti davvero volentieri!
C'è chi fa una passeggiata, chi cerca di immortalare questo spettacolare paesaggio nei propri fotogrammi, chi cerca di dilettarsi nel drifting (la guida) tra le dune, fino ad agganciare alla parte retrostante della macchina un sacco a pelo per fare un più spericolato sliding curvilineo!

Prima che le luci della giornata si affievoliscano, scorgiamo in lontananza un branco di cammelli che ritorna probabilmente dal pascolo.

Pian piano comincia a scendere questo sole immenso, il cielo comincia ad assumere le mille sfumature del tramonto.
 
Non c'è più la luce accecante che riflette la tua ombra sulla sabbia... i contorni si confondono, tutto diventa man mano più buio ed ecco che inizia un altro grande spettacolo, quello del cielo stellato notturno.
In realtà sono soltanto le sei, è tempo di accendere il fuoco, di mettersi tutti intorno, di deliziarsi di tè alla menta, di caffè al cardamomo, di latte allo zenzero, di raccontarci, di scoprirci affascinati gli uni della cultura e dei luoghi degli altri, curiosi ed interessati all'incontro!
 
Man mano ci si ritira nei propri sacchi a pelo, i più temerari resistono e riescono anche a godersi un buon barbecue.   
Il quadro è colmo: c'è il crepitio del falò, il profumo delle spezie contenute nelle bevande, il fumo del narghilè, il cielo stellato sopra di noi... E' estasi a cui affidare i propri sogni!
Ci si risveglia ai primi chiarori, quando la luce del cielo comincia a far brillare la sabbia. Le fiamme vanno rinforzate, il fuoco riprende corpo, siamo pronti per la nuova giornata.
 
Lasciamo ancora che le nostre orme solchino dei cammini lungo queste immense distese, veniamo colpiti dalla rarissima vegetazione che incontriamo.
 
Ci organizziamo per ricaricare le macchine, la spedizione si conclude, ma il bagaglio rientra più pesante, arricchito di un'altra nuova grande passione!
 
Decidiamo di proseguire verso un sito divenuto Patrimonio dell'Unesco, il quartiere di Turaif di Dir'iyya, sede originale della Dinastia Saudita e capitale dal 1744 al 1818. Vale la pena visitare questo luogo per avere un'idea di come fossero gli antichi villaggi arabi. Si tratta di case e palazzi in argilla, circondati da alte mura di cinta, ristrutturati di recente, da cui si può respirare aria di tempi lontani.   
Nonostante sia un luogo commercialmente sfruttato per locali e negozi, vale la pena perdersi in questa un'area rocciosa ma circondata dal verde del parco e all'ombra delle palme, per assoporare un po' del passato e dei fasti dell'antica regalità.

2 commenti:

  1. Hey Chiara, é stato bellissimo rivivere quel weekend leggendo I'll tuo blog. Vorrei ancora essere li con voi! Grazie per l'articolo

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  2. Torneremo!;) Grazie a voi per l'opportunità!

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