Sembra
opinione comune che l'esperienza più bella che si possa fare in Arabia Saudita
sia quella del deserto e quindi era, pian piano, cresciuta in noi una grande
voglia di avventurarci, era maturata una grande aspettativa. Purtroppo, però,
non è così semplice organizzare un tour autonomamente, senza mai averne avuto
esperienza, né tantomeno è facile trovare agenzie che lo organizzino come
propria offerta turistica.
E poi
ecco che ci arriva un inaspettato invito, Marta e Ruggiero non potevano farci
regalo migliore: ci chiedono se vogliamo partecipare ad un camping nel deserto
organizzato da alcuni loro amici sauditi. Forse quando si parla di organizzazione
alla maniera occidentale di solito c'è già una data definita ed un planning
dettagliato. In questo circostanza, la data che slittava di tanto in tanto e la
destinazione che cambiava ubicazione, ci rendeva un po' scettici sull'effettiva
riuscita dell'evento. Ma entusiasmati dall'idea assecondiamo lo spirito avventuroso
ed, Inshallah, finalmente realizzeremo un sogno!
Un'esperienza
davvero unica, riusciamo a vivere il deserto così come lo vivrebbe un
autoctono. Quando pochi giorni prima Marta mi conferma che si partirà, leggiamo
quanto Omar, il ragazzo che ci farà da guida, ha previsto e tutto
sorprendentemente nel minimo dettaglio. Si parte di buon mattino, diversi
step previsti per raccogliere tutti; esplicitati i negozi dove si andranno a comprare i felafel per
la colazione (queste polpette fritte di tradizione araba costituite
prevalentemente da ceci tritati con cipolla, aglio, prezzemolo e cumino); e
l'acquisto di sacchi a pelo, che definirei rinforzati di lana per affrontare il
freddo della notte,
e, per chi volesse, i farwa, i cappotti di stile
beduino che indossano gli uomini per superare le temperature più rigide.
Ed il
weekend prende inizio... Siamo gli unici che vivono un po' fuori zona, così
arriviamo con calma all'appuntamento, sapendo che tanto i tempi sono sempre
molto rilassati! Il taxi ci lascia al luogo dell'appuntamento ed i nostri amici
arrivano con il suv otto posti affittato per l'occasione. Impieghiamo quasi
quattro ore di viaggio per raggiungere il Thumamah National Park, alle porte di
Riyad.
E' amore
a prima vista... sembra un'infinita distesa di colore rossiccio, che appaga,
sembra che dia calore, confonde la vista per le sue sinuosità prospettiche.
Poco
prima di affrontare le dune ci raggiungono altri suv: è sempre preferibile che
ci sia un gruppo di macchine in caso di problematiche varie, soprattutto di
tipo meccanico! Si abbassa la pressione delle gomme e si va, alternando spinte
pazzesche sull'acceleratore per affrontare le salite sabbiose senza rischio di
scivolare indietro. Bisogna essere allenati per
capire come aggirare le curve o come non ristagnare o affondare in caso
di ripartenza. Giungiamo comunque in una sorta di "baia", conosciuta
dai ragazzi ed al riparto dai venti, dove cominciamo ad allestire
l'accampamento. Innanzitutto si tira su la tenda, dove dormiranno i non
temerari della notte.
Una
delle mie più grandi perplessità era legata al contatto con la sabbia: al come
saremmo riusciti a destreggiarci per ben due giorni con questi granellini che
sarebbe finiti ovunque! Ecco una delle prime cose che mi ha stupita: non è
necessario calzare scarpe da trekking, si può camminare a piedi nudi e la
sabbia facilmente scivola via. E quindi il nostro inutile acquisto viene presto
abbandonato per godere di questa libertà! Lo vuoi sentire sotto i piedi, lo
vuoi osservare in tutte le direzioni e perderti con la vista verso l'immenso!
Ed ecco
che poi si scaricano e si srotolano i tappeti ed alcuni cuscini rigidi, che
nella tradizione araba servono per adagiarcisi quando ci si stende.
Contemporaneamente viene allestita la cucina da campo ed il nostro cuoco si
appresta a preparare il pranzo!
Ci
aspetta il piatto tipico saudita, la kabsa: tutti intorno al grande piatto di
riso, che ospita al centro la carne.
La tradizione vuole che il tutto venga
mangiato con le mani, ma, gentilissimi, ci forniscono dei cucchiai perché
immaginano la nostra difficoltà di afferrare il riso senza spargerlo sul
tappeto prima di farlo arrivare alla bocca!!!
Si
capisce che la cucina non è improvvisata, anche il cibo, per quanto gli
strumenti siano arrangiati, è davvero molto gustoso! Lo apprezziamo tutti
davvero volentieri!
C'è chi
fa una passeggiata, chi cerca di immortalare questo spettacolare paesaggio nei
propri fotogrammi, chi cerca di dilettarsi nel drifting (la guida) tra le dune,
fino ad agganciare alla parte retrostante della macchina un sacco a pelo per
fare un più spericolato sliding curvilineo!
Prima
che le luci della giornata si affievoliscano, scorgiamo in lontananza un branco di
cammelli che ritorna probabilmente dal pascolo.
Pian
piano comincia a scendere questo sole immenso, il cielo comincia ad assumere le
mille sfumature del tramonto.
Non c'è più la luce accecante che riflette la tua
ombra sulla sabbia... i contorni si confondono, tutto diventa man mano più buio
ed ecco che inizia un altro grande spettacolo, quello del cielo stellato
notturno.
In
realtà sono soltanto le sei, è tempo di accendere il fuoco, di mettersi tutti intorno,
di deliziarsi di tè alla menta, di caffè al cardamomo, di latte allo zenzero,
di raccontarci, di scoprirci affascinati gli uni della cultura e dei luoghi
degli altri, curiosi ed interessati all'incontro!
Man mano
ci si ritira nei propri sacchi a pelo, i più temerari resistono e riescono
anche a godersi un buon barbecue.
Il
quadro è colmo: c'è il crepitio del falò, il profumo delle spezie contenute
nelle bevande, il fumo del narghilè, il cielo stellato sopra di noi... E' estasi
a cui affidare i propri sogni!
Ci si
risveglia ai primi chiarori, quando la luce del cielo comincia a far brillare
la sabbia. Le fiamme vanno rinforzate, il fuoco riprende corpo, siamo pronti
per la nuova giornata.
Lasciamo ancora che le nostre orme solchino dei cammini
lungo queste immense distese, veniamo colpiti dalla rarissima vegetazione che
incontriamo.
Ci
organizziamo per ricaricare le macchine, la spedizione si conclude, ma il bagaglio rientra più pesante, arricchito di un'altra nuova grande passione!
Decidiamo
di proseguire verso un sito divenuto Patrimonio dell'Unesco, il quartiere di
Turaif di Dir'iyya, sede originale della Dinastia Saudita e capitale dal 1744
al 1818. Vale la pena visitare questo luogo per avere un'idea di come fossero
gli antichi villaggi arabi. Si tratta di case e palazzi in argilla, circondati
da alte mura di cinta, ristrutturati di recente, da cui si può respirare aria
di tempi lontani.
Nonostante
sia un luogo commercialmente sfruttato per locali e negozi, vale la pena
perdersi in questa un'area rocciosa ma circondata dal verde del parco e all'ombra
delle palme, per assoporare un po' del passato e dei fasti dell'antica
regalità.
Hey Chiara, é stato bellissimo rivivere quel weekend leggendo I'll tuo blog. Vorrei ancora essere li con voi! Grazie per l'articolo
RispondiEliminaTorneremo!;) Grazie a voi per l'opportunità!
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