Ormai la globalizzazione ha fatto sì che qualsiasi turista possa trovare quantomeno le catene internazionali di fast food diffuse ovunque. Eppure trovo sia piacevole addentrarsi sempre un po', anche se, alle volte, con aria circospetta, alle abitudini culinarie altrui. La domanda, infatti, al nostro rientro è spesso stata di chiederci se fossimo riusciti a mangiare qualcosa. Al di là del nostro palato, abbastanza di poche pretese, abbiamo fatto esperienze interessanti.
La mattina non siamo riusciti ad abbandonare il nostro classico cappuccino e ci veniva servito con tanto di schiuma riadattata ai manga!
Spesso
chiedevamo dei semplici toast accompagnati dalla marmellata e ci venivano
fornite delle fette altissime e soffici di pancarrè. Proprio il loro spessore
ha fatto ingegnare i giapponesi, tanto da utilizzarlo per creare delle torte.
E poi si
va nei ristoranti alla ricerca di qualcosa di appetibile ed i piatti più comuni
che abbiamo degustato sono stati i soba o
gli udon, dei noodles di grano
saraceno (cambia soltanto lo spessore degli spaghetti più fini i primi e
piuttosto grossi i secondi) serviti in una zuppa. Venivano spesso affiancati da
riso ed una tempura (la loro
frittura leggera e croccante) di gamberi e verdure;
oppure
il ramen, trattasi sempre di zuppa
con i noodles, ma completata con carne e uova.
Ma
spesso a fare la differenza è il luogo dove ci si appresta a mangiare ed è per
questo che spesso ci siamo affidati a luoghi che sembravano meno turistici. Siamo
stati, ad esempio, in un locale che offriva esclusivamente un piatto: soba, da
degustare seduti al banco. Ci siamo dovuti industriare con tutta la nostra
abilità all'uso delle bacchette, ascoltando i rumorosi vicini di sedia, poiché
la tecnica del risucchio è per loro segno di gradimento!
Siamo
stati in un ristorante all'interno di un ryokan, seduti a terra con tanto di
cameriera in kimono che si inginocchiava accanto al nostro tavolo, posando una
quantità di splendide ciotole in ceramica e sommessamente ci consigliava di
osservare il giardino appena di fronte ai nostri occhi.
Io non
amo il pesce crudo, pertanto non amo il sushi,
mentre mio marito si è avventurato nella sua degustazione, apparendo molto
soddisfatto, soprattutto perché non si ha da temere sulla freschezza del pesce
stesso.
I
ristoranti offrono sempre piatti di vario tipo, dalle verdure alla carne, al
pesce, quindi ogni palato troverà come saziarsi e deliziarsi.
I luoghi
della differenza, le esperienze insolite... Passeggiavamo nel caratteristico
quartiere di Yanaka a Tokio, quando davanti ad una porticina vediamo crearsi
una piccola fila. Incuriositi ci affacciamo a vedere cosa si celasse
all'interno! Non riusciamo a capire benissimo, ma ci è sembrata un'affollata
gelateria. Immaginando che il prodotto sarebbe stato di qualità di accodiamo
per entrare. Arrivato il nostro turno, ci accoglie una dolcissima ragazza che
ci fa vedere che al banco stanno facendo delle granite, con una macchina che
definirei vintage! E per prendere il nostro ordine ci spiega in un inglese
stentato che possono mettere un top di latte o yogurt. Prosegue la spiegazione
con dei disegni su un taccuino e ci dice ancora che possono mettere degli
sciroppi... e disegna una fragola, poi un ananas, una banana!!!
E sempre
a Yanaka veniamo poi attratti da un profumo proveniente da una tipica casa in
legno molto antica. Delle giovani ragazze hanno ricavato una bakery e stavano
sfornando una specie di pizza e dolci davvero invitanti.
Eppure
alcune delle cose più gustose di questa esperienza culinaria le abbiamo trovate
lungo la strada...
A Kyoto,
passeggiando di notte, vediamo sempre una lunga fila e ci accorgiamo che stanno
preparando dei dolci. Si tratta dei dango,
piccole polpette di riso infilzate in un bastoncino. Prima messe a cuocere su
una griglia e poi ricoperte da una salsina gommosa a base di semi di sesamo.
Appena
fuori il tempio di Inari, ci siamo fermati ad osservare la preparazione delle takoyaki, ovvero delle frittelle
ripiene di polpo.
Ed è la
cosa più divertente fermarsi per assaggiare, senza limitarsi nella scelta! E
questo è soprattutto il caso dei dolci. Un
dolce molto semplice simile al nostro pan di spagna è il castella o kasutera.
Poi ci
sono i vari dolci ripieni di marmellata di azuki (i fagioli dolci): il taiyaki, la cui pasta è molto simile ai
pancake o ai waffle; i daifuku, i
dolcetti di riso pressato, composti da riso glutinoso; gli imagawayaki, i dolci a base di pastella fritta in una padella
speciale.
Il melon pan, pane dolce a forma di melone con una crosta sottile
biscottata, è venduto caldo e spesso servito con gelato alla vaniglia.
E'
simpatico vedere quanti teenager si appostano all'uscita da scuola a questi
piccoli, ma allo stesso tempo coloratissimi negozi di crepes.
Poi ci sono tutti gli snack di riso salati da smangiucchiare, come i senbei, disponibili in centinaia di sapori,
forme e colori. I senbei sono eccezionali se mangiati appena tolti dalla
griglia!
Kaki
no tane, salatini
di riso leggermente piccanti e di solito serviti mescolati con arachidi; sono considerati dei drinking snack.
Gli onigiri, le triangolari polpette di
riso, ormai famose per via dei cartoni animati. Possono essere vuote o ripiene
di salmone o tonno, spesso avvolte su un lato da una foglia di alga per poter
essere afferrati oppure possono degustati più comodamente con dei condimenti,
tipo la salsa di soia.
I pasti
sono spesso accompagnati da ottima birra, che per chi vive in Arabia Saudita, è
bevanda allettante perché ha, in più, il gusto del proibito! Quando siamo ad
Hiroshima troviamo l'Octoberfest, con allestimento in pieno stile teutonico e
con tanto di crauti, wurstel e brezel. Ma
nonostante il marchio europeo della festività, siamo gli unici occidentali a
passeggiare tra le varie bancarelle!
Anche se
siamo soliti, da italiani, ad autoincensarci come i fautori della migliore
cucina al mondo, amo immergermi anche nei sapori delle ricette altrui. Nei
limiti dei propri gusti ci sono sempre nuove scoperte, nuovi ingredienti che
possono arricchire il nostro ricettario personale!
Un bellissimo post, che mi ha fatto riaffiorare alla mente tutti i sapori del Giappone :)
RispondiEliminaGrazie Patrick, non fosse altro perché questi sapori abbiamo potuto testarli spinti dalla curiosità innescata dal tuo bellissimo blog sul Giappone! Invito tutti a leggere i tuoi post su orizzontiblog.it!
EliminaL'unica cosa che sento di dire dopo aver letto il tuo post è: che meraviglia!! Apprezzare e assaporare altre culture ci arricchisce sotto tutti i punti di vista. E credo si debbano sperimentare sempre nuovi sapori.
RispondiEliminaAprire la mente è anche questo :)
Vi abbraccio forte Chiara e Alex :) :*
Sabrina
Grazie Sabry, rendersi disponibili ad accogliere le diversità culturali, le tradizioni, i sapori arricchisce sicuramente! Un abbraccio forte anche a te! :) :*
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