Non è
ancora il caldo umido di agosto (mi dicono!), ma all'esterno è difficile
resistere! Lo sanno bene le piante che, nonostante la caparbia irrigazione,
tendono ad appassire e seccarsi. Potete facilmente immaginare che è
difficile incontrare donne in giro, costrette sotto abaya e niqab a soffrire
rivoli di sudore.
Giugno
segna spesso anche uno spartiacque per l'intero anno: per le famiglie di expat
significa spesso decidere se proseguire la propria avventura in terra saudita oppure
cambiare rotta, rientrando in patria o volgendo verso altri lidi. Ovviamente la
scelta ricade su questo mese perché coincide con eventuali iscrizioni che
agevolano la ricollocazione anche dei figli nei nuovi istituti scolastici.
Quindi si trasforma, spesso, nel mese dei saluti degli incontri nati per caso
dall'altra parte del mondo. Mi piace parlare di incontri, ci si stringe in
amicizie che diventano, per un tratto di strada comune, i tuoi riferimenti. Ed è così che si moltiplicano i masalama party, le feste di saluto, di congedo da quella famiglia.
Spesso si ricrea l'atmosfera arabeggiante che ci si lascia alle spalle, quel paese in cui, una volta ottenuto l'exit visa, ovvero il documento di uscita definitivo, non è più possibile rientrare. E mi fa strano pensarlo soprattutto per coloro che qui hanno trascorso tanti anni di vita, che hanno visto nascere e crescere i propri figli, eppure lo status non cambia, non è possibile affondare radici. Allora masalama diventa un arrivederci, ma non nello stesso posto in cui ci si è conosciuti, ma in un qualsiasi altro luogo. E' una situazione davvero sui generis che rende tutti questi rapporti intensi, nel momento in cui si nascono legami, nel momento in cui ci si appassiona all'altro, alla sua diversità, personale o culturale, e poi li rende precari, fuggevoli. Per me è stata occasione di un lungo meditare, perché spesso ti inebri della bellezza altrui, ti lasci affascinare da alcune personalità e allo stesso tempo ti condanni a soffrirne. E' che l'accento è ancora più marcato sul qui ed ora, del godere di un tuffo in un'empatia a termine, in un dialogo appassionato, in una cena etnica, in un ballo esotico. Cosa ti lascia se non uno scambio, un ricevere gratuito, ma costruttivo, che comunque ti arricchisce e ti apre a nuovi orizzonti!
Quest'anno giugno ha, inoltre, coinciso con il Ramadan. Il mese che precede la settimana di Eid, durante il quale tutti i musulmani sono chiamati a digiunare nelle ore del giorno fino al richiamo della preghiera serale.
Tutto ciò ha un pesante risvolto sull'organizzazione logistica della vita del paese. Significa che tranne i supermercati aperti di mattina, gli altri negozi aprono, Inshallah, nel primo pomeriggio e poi alle nove di sera. Questo significa che se hai un appuntamento per una visita medica, ti recherai in ospedale a notte inoltrata!
Uno stravolgimento a cui si fa fatica ad abituarsi. Nonostante il caldo cocente, è comunque chiesto a tutti di rispettare l'astensione a mangiare o bere in pubblico.
E' così che ci siamo ritrovati per strada a fare un po' di shopping in tarda serata con mio marito, imbattendoci in un meraviglioso e coloratissimo negozio tradizionale,
con tanto di cammello a dondolo!
In
questo ricalcolo dei ritmi quotidiani ai musulmani è riconosciuto un orario
lavorativo ridotto, permettendogli di riposare e non affaticarsi troppo, visti la
mancata idratazione ed il prolungato digiuno. Il tramonto è segnale di ripresa
di vita. Quando il sole comincia a calare ed il suono della preghiera richiama
i fedeli, è possibile interrompere il digiuno, tradizionalmente con datteri e caffè.
Il cielo
comincia ad oscurarsi, le luci si accendono, nei centri commerciali, lungo le strade,
nel patio delle case.
E poi può avere inizio l'Iftar, il banchetto, spesso luculliano, della festa. Condiviso in famiglia, in casa, o nei locali addobbati a festa.