Ho
sempre pensato di volervi presentare la città dove vivo, il luogo che mi ospita
da poco più di un anno: Al Khobar.
Intanto, penso sia opportuno
fornirvi qualche dettaglio introduttivo. Si tratta di una vasta città situata
nella "Eastern Province" del Regno dell'Arabia Saudita sulla costa
del Golfo Persico. E' una delle più grandi città afferenti al "Gulf
Cooperation Council", con una popolazione di circa un milione di abitanti.
Insieme alle città
di Dammam e Dhahran fa parte dell'area metropolitana di Dammam, la terza area
più vasta dell'Arabia Saudita con una popolazione stimata intorno ai cinque
milioni di abitanti.
In
tempi antichi, Khobar era un piccolo porto sul Golfo Persico, un villaggio di
pescatori abitato maggiormente dai membri della famiglia (intesa in senso ampio
di tribù) Al Dossary. Con la scoperta del petrolio, negli anni Trenta, si è
trasformata in una centro commerciale ed in un porto industriale.
In Italia o
in altri paesi risulterebbe facile parlare di una città. Basterebbe fare un
reportage fotografico dei principali monumenti, delle festività annualmente ricorrenti,
dei cibi della tradizione.
E cosa dire di una città saudita, dove non ci sono
monumenti, dove non ci sono festività, dove i cibi sono non solo quelli della
tradizione, ma sono spesso contaminazioni di paesi limitrofi o cibi etnici.
Eppure un giorno apro Facebook e vedo un post
condiviso dal Sig. Muhammad Talha Mustafvi, il quale scrive:
"The
place where my childhood, my boyhood echos.
The
place I can never forget.
It
belongs to me and I belong to it."
(Il luogo degli echi della mia infanzia, il luogo della mia adolescenza. Il luogo che non potrò mai dimenticare. Lui mi appartiene ed io appartengo a lui.)
Ed
allega a queste meravigliose parole di forte senso di appartenenza un video. Si
tratta della sua amata città, intende condividere e mostrare a tutti Al Khobar.
Mi ha generosamente concesso l'opportunità di condividere, a mia volta, il video.
Vivete
la città di giorno, quando si sveglia lentamente per animarsi del commercio
cittadino. E' l'attività più fervente.
E'
quella del centro, la zona vecchia, dove i negozietti sono organizzati per "corporazioni".
Un souq allargato dove da King Khalid Street (la via principale) le stradine si
intersecano in un labirinto. E c'è la strada delle stoffe, c'è la strada
dell'oro, c'è la strada delle spezie, c'è la strada dell'arredamento, c'è la
strada dei giocattoli, c'è la strada dei vestiti, c'è la strada degli
elettrodomestici e l'elenco è ancora molto lungo!
Ma
il commercio è anche quello dei mall: dei centri commerciali più
all'avanguardia, dei brand internazionali e delle griffe più esclusive. La città
ospita uno dei centri più lussuosi del Middle East ed è facile comprenderlo
quando si fa fatica a camminare e si pensa alla sua immensa grandezza.
E'
la città che ospita quartieri di prestigio, l'immensa boulevard definita un po'
la "Beverly Hills" di Khobar, il lusso che ostenta la ricchezza
derivata dal petrolio!
Le
giova il fatto di essere per eccellenza la città di confine per il Bahrein.
Quando si intravede il lungo ponte, è esattamente quello dell'autostrada King
Fahd Causeway, il lasciapassare verso il mondo della "perdizione"!
Vivete
la città al tramonto, quando c'è il sole, grande, che si abbassa e si affaccia
e si divide dietro ai grattacieli. Passeggiate lungo la corniche (il lungomare)
quando il mare assume i colori cangianti del cielo che gli si specchia dentro.
E'
questa la zona che più le dà lustro, un lungo camminamento lastricato,
affiancato da eleganti lampioni ed alberi di palme, un grande parco antistante
con giochi per i bambini e ristoranti chic.
Vivete
la città di notte, quando c'è la luna che sembra cullarsi nel buio del cielo.
La città si colora, vive di un battito ancora più fervente perché il caldo della
giornata comincia ad affievolirsi. La città prende i colori delle luci, quelle
che giocano sulle facciate degli alberghi, quelle che colorano le immagini
figurative delle rotatorie, quelle estremamente attraenti delle insegne.
E'
candidata a diventare una città moderna e all'avanguardia, ma ancora le manca
la pulizia della finitezza. E' tutto ancora in divenire, un grande cantiere non
ancora portato a termine.
Ecco
cosa le auguro... Non solo che abitazioni, palazzi, ospedali, supermercati continuino
a prendere velocemente forma, che si arricchisca di nuovi quartieri, che
l'edilizia le doni la modernità architettonica a cui aspira, ma anche che
cresca con un maggior rispetto ecologico, prendendo consapevolezza che il rispetto
dell'ecosistema è parte integrante del suo sviluppo in divenire!