giovedì 16 giugno 2016

Il senso del Ramadan

Come per le nostre festività, ci si scambiano gli auguri: "Ramadan Kareem!", significa ti auguro un "Che sia un Ramadan generoso!", poiché è il tempo della generosità e del ringraziamento per tutto ciò che si ha. "Ramadan Mubarak!" che è più celebrativo e significa "Congratulazioni, è Ramadan!" e vuole esprimere tutta l'eccitazione per le benedizioni che questa festa porterà con sé.

Eppure, nonostante questi ben auguranti saluti, come non meravigliarsi di fronte al fatto che i Musulmani rimangano a digiuno per un intero mese con il caldo impressionante delle giornate estive. E quando parlo di caldo, mi riferisco a temperature che in questi giorni sfiorano i 45 gradi centigradi!
Innanzitutto bisogna dire che il digiuno non è un'invenzione musulmana. E' una pratica spirituale comune a molte religioni. I musulmani digiunano durante il nono mese del calendario lunare. Sono chiamati ad astenersi dal mangiare, dal bere, dal fare sesso, dal parlare in modo scurrile e dal seguire cattive abitudini durante le ore del giorno, dall'alba al tramonto, e questo ogni giorno per un intero mese. Il periodo, dovendo seguire il calendario lunare, significa che cambia ogni anno.
E comunque il digiuno non  va visto come una forma di tortura. Coloro che sono troppo giovani, anziani, deboli, malati, donne incinta, in periodo di allattamento, o durante il ciclo mestruale, o coloro che viaggiano ne sono esentati.

Per i credenti è una manifestazione di fede. Durante il mese di Ramadan il musulmano digiuna totalmente dall’alba al tramonto da ogni tipo di assimilazione alimentare solida, liquida o gassosa, (quindi cibo, bevande, acqua compresa, integratori), si astiene dal fumare e dall’avere rapporti sessuali (anche non completi). Tale digiuno fisico (zahir), astenendosi dai piaceri del “ventre e del sesso”, rappresenta solo la prima di tre necessarie componenti. Le altre due sono quella mentale (concretizzata nell’astensione da cattivi pensieri e azioni, dall’evitare litigi, eccessi d’ira e calunnie, nell’aiutare i poveri, nel perdonare le offese, senza rispondere con lo stesso ego ricevuto) e da una componente spirituale (bathin), (che sviluppa il “ricordo” di Dio (Dhikr), sollevandolo dalle “preoccupazioni della vita terrena”).
 
In pratica, il tutto, si traduce in un corso di disciplina e self-control. Può richiedere una grande forza di volontà il non dissetarsi con un bel bicchiere di acqua ghiacciata durante una giornata caldissima, e decidere di attendere 16 ore prima di poter essere in grado di poterlo bere! Ma alla fine il gusto di quel bicchiere di acqua ghiacciata risulterà sublime! Si arriverà ad apprezzare ciascuna goccia di acqua, ciascun granello di cibo. E si apprenderà il senso di gratitudine!
 
Questa esperienza va moltiplicata per bilioni di persone che esperiscono questa pratica contemporaneamente. Immaginate centinaia di migliaia di persone, sedute davanti a del cibo senza mangiarlo, solo in attesa di sentire il segnale: il richiamo alla preghiera, l'unico che li rende autorizzati a mangiare e bere di nuovo, tutti insieme, in ogni parte del mondo.
 

Questo esercizio di rimandare una gratificazione produce un cambiamento nella propria vita. Implica che si incrementi fortemente la propria autodisciplina per astenersi dalle cose che si amano... e questo sforzo dovrebbe traslarsi più facilmente rispetto, poi, all'astenersi da tutto ciò che è negativo, da tutto ciò che è "haram" (letteralmente significa "proibito"), ovvero situazione o comportamento vietato dalla religione islamica. E' spesso difficile comprendere la filosofia che muove questa pratica. Ad esempio, se si è implicati in cattive relazioni, immersi in pessime abitudini, demotivati nel migliorare ed incapaci di cambiare questo scenario, cosa insegna il digiuno? Ti fa apprendere che puoi sentirti di nuovo capace di riprendere il controllo sulla tua vita, così sarà più facile trovare il percorso che ti permetterà di cambiare e raggiungere l'obiettivo.
Digiunare fa riprendere in mano il controllo delle proprie emozioni. Non si è più schiavi del proprio corpo e dei propri desideri. Si impara ad avere il controllo di se stessi e su se stessi. Sei tu a controllare loro e non loro a controllare te. E si diventerà in grado di decidere quando mangiare e quando fermarsi, quando soccombere e quando astenersi. Si diventerà liberi dalla dipendenza da caffè, zucchero, sigarette, ecc. Si potrà controllare la propria fame, le proprie paure, i propri pensieri ed emozioni, buone e cattive. E' un'efficace esercizio sulla propria forza di volontà.

Questa pratica è oltremodo salutare, è una forma di disintossicazione della mente e del corpo dalle tossine accumulate durante tutto l'anno. Quando lo stomaco e l'apparato digerente si prendono una pausa, mente e spirito si purificano. Contrariamente a quanto si possa immaginare, durante le ore di digiuno, si legge più chiaramente la propria interiorità, si riesce a pensare in modo più chiaro e profondo. Ed è più facile contemplare, analizzare e trovare soluzioni ad alcuni situazioni pressanti e complicate.

Il Ramadan è anche un'attività comunitaria per rafforzare obiettivi sociali, migliorare relazioni familiari e comunitarie. E' il momento in cui si creano gruppi di studio e di approfondimento, gruppi di volontariato e di beneficenza. Negli ultimi dieci giorni di questo periodo, le persone sono incoraggiate a trascorrere del tempo in solitudine per meditare, riflettere e studiare strategie per apportare dei cambiamenti nella propria vita. E' come se fosse una scuola di addestramento annuale per migliorare la propria vita e questo vale per un bilione di musulmani in tutto il mondo.

Quest'anno, altri leader religiosi mondiali hanno deciso di praticare il digiuno insieme ai musulmani per incoraggiare la pace, la comunicazione, la comprensione ed il rispetto per la diversità. Questo dovrebbe essere il vero spirito del Ramadan.

Mi raccontava la mia insegnante di inglese che in questo periodo dell'anno è pienissima di lavoro. Riceve, infatti, molte richieste per incrementare le proprie lezioni: i musulmani che sanno leggere il verso significato di questa festività lo vedono come opportunità per migliorarsi anche a livello di crescita culturale.

Che poi, il tutto si traduca in qualcosa di diverso, il motivo si deve rintracciare in uno storpiamento commerciale di queste festività, così come è avvenuto per noi con il Natale. Anche a causa dei messaggi mediatici, il Ramadan si è tradotto nel trascorrere la giornata stando il più possibile in ozio e dedicarsi a feste luculliane ricche di cibo durante le serate. Sfortunatamente, molti preservano la tradizione, ma ne dimenticano il vero significato.

A seguire alcune foto dello spirito festaiolo... addobbi di case,
il patio decorato delle abitazioni,
il buffet di un iftar, il pasto serale che rompe il digiuno quotidiano.

Il mio augurio è che questo sforzo attentivo, che si esplica nella figura dell'"impegno", possa non essere relegato all'interno, ma che la "porta dischiusa del cielo" possa essere conquistata anche dimostrando rispetto ed integrazione per persone di credo diverso!

mercoledì 1 giugno 2016

Kuwait - Parte Seconda "Piacevoli incontri fortuiti e avventure inaspettate!"

Ci svegliamo di mattina presto, un po' come d'abitudine con i ritmi sauditi, ci connettiamo con il mondo e tramite Facebook scopriamo che il nostro amico Anwar, il ragazzo giordano incontrato a Doha, è anche lui a Kuwait City e quindi ci mettiamo subito d'accordo per un incontro serale. Davvero alle volte capitano inaspettate coincidenze!
In mattinata ci dirigiamo all'antico rimodernato Souq Al-Mubarakiya. Si presenta con grandi viali coperti da tettoie in legno per riparare dal caldo, considerando che è maggio e siamo già a 43 gradi! Ed i vari negozi sono inseriti in questa struttura in cemento ed hanno tutti le classiche porte in legno.

Eppure ci sono anche alcune parti più vecchie non ancora ristrutturate qua e là, quasi a ricordare i tempi passati di un paese devastato da una guerra.
E si susseguono banchi con i vestitini tipici per le bambine,
banchi di frutta che potrebbero lontanamente somigliare a quelli provenzali per l'attenta cura nell'esporla,
banchi di dolciumi, di quelli dolcissimi, al limite dello stucchevole immersi nel miele,
i banchi della carne, che viene tagliata davanti agli occhi dei passanti,
i banchi del pesce,


i banchi che vendono teiere in ceramica smaltata.
Non ho fonti attendibili, ma sembrerebbe che queste teiere e portavivande fossero prodotte nell'Europa dell'Est (l'unica conferma mi è arrivata da una mia amica bielorussa che mi raccontava che anche sua nonna aveva un oggetto simile, della stessa manifattura, e lo utilizzava per tenerci il latte) e poi raggiungessero i paesi arabi per essere utilizzati dai beduini nel deserto proprio per il mantenimento dei cibi.
Altro oggetto interessante sono queste ciotoline coloratissime e coperte che servono, nella cultura culinaria araba, per contenere le loro salsine o gli intingoli da mettere all'interno del loro pane, come il classico hummus.
Nel nostro girovagare tra i viottoli, arriviamo ad una piazzetta dove il calore ci invade in un crescendo, ma la vista dei forni accesi ci fa presto comprendere il motivo. Il profumo del pane appena sfornato risveglia anche un leggero languorino e chiediamo se possiamo averne una porzione da portare via. Non solo sono così gentili da offrircela in segno di ospitalità, ma mi permettono anche di fotografare le varie fasi di cottura. La sfoglia circolare di pane viene attaccata alla parete dell'incavo sferico del forno. Non appena pronto viene staccato con una pala e di solito mangiato nell'immediato!
Assaporando il nostro pane caldissimo ci dirigiamo verso l'esterno a guardare i murales della parete dell'edificio di fronte all'ingresso del souq.
Ma è quello stesso pane che attira una turista incuriosita dal nostro insolito (per la cultura locale ci si siede, ci si accomoda intorno ad un tavolo e il cibo è sempre da accompagnamento a dei momenti di dialogo) mangiare camminando. Ci chiede dove potesse trovarlo anche lei e, tra un'informazione all'altra, ci scambiamo qualche dettaglio personale circa paesi di provenienza e sul perché visitare un paese inconsueto rispetto al normale circuito turistico. E così Mara ci spiega che, nonostante le sue origini spagnole, vive a Maui, una delle isole delle Hawaii e che ha come obiettivo quello di voler visitare cento diversi paesi, una globetrotter in pieno stile!  
E così la strada si fa percorso da condividere, osservando le prime decorazioni per l'imminente Ramadam.
Interessati, incuriositi dalle reciproche esperienze di vita, decidiamo di proseguire la visita della città insieme!

Kuwait - Parte Terza "Piacevoli incontri fortuiti e avventure inaspettate!"

Nuova destinazione le Kuwait Towers, un  sito costituito da tre torri che si stagliano alte verso il cielo blu. Soltanto due sono visitabili ed in una è ci sono ristoranti e caffè, nell'altra è possibile salire in alto tramite un ascensore e godere all'ultimo piano della vista sulla città a 360 gradi, grazie ad una pedana rotante.
Lungo la strada incontriamo la grande moschea, purtroppo in via di restaurazione e quindi non visitabile.
 
Siamo in macchina anche con Mara, impostiamo il navigatore e step successivo sarà la Mirror House. Purtroppo l'indirizzo inserito non risulta sufficiente e finiamo in tutt'altra area della città. Ci fermiamo per chiedere indicazioni, fin quando una gentile signora kuwaitiana non ci fa accompagnare dal suo autista personale direttamente davanti alla nostra meta! Parcheggiamo e siamo da subito colpiti dalla particolarità esterna di questo edificio.
Eravamo consapevoli che, non essendo riusciti a chiamare per fissare un appuntamento, avrebbero tranquillamente potuto negarci la visita. Ci viene ad aprire Hamad, nipote della proprietaria della casa, che si scusa dicendoci che stavano girando un fotoshooting documentario della casa, ma che poteva farci fare un giro veloce! Persona deliziosa, appena apprende che siamo italiani, ci spiega che lo è anche la signora Lidia, proprietaria della casa, originaria di un paese vicino Padova. E da qui inizia il racconto di un'affascinante storia d'amore. Khalifa Al-Qattan sposa Lidia nel 1958 e lei lo segue in Kuwait. Potrete ben immaginare cosa potesse significare scavalcare in quel periodo tutte le regole dei matrimoni combinati. Kalifa è, inoltre, un artista, fondatore del Circolismo, e portare l'arte in un paese dove questa sensibilità non è sentita, è oltremodo significativo. Eppure a rendere famosa questa abitazione è Lidia, poiché la casa cominciava ad essere rovinata in molte sue parti dalle termiti e lei, durante uno dei viaggi per una mostra d'arte del marito, sfida la solitudine decidendo di decorare un armadio. Lo farà risplendere di nuova magia ricoprendolo con un immenso numero di pezzettini di vetro, messi insieme come in un mosaico. Inutile dire che il marito ne rimarrà estasiato e la spronerà a continuare. Grazie a questa passione Lidia creerà ambienti particolarissimi, al limite del surreale, anche se di uso quotidiano.
E quindi procediamo di stanza in stanza: la cucina,
il bagno,
il salotto dedicato ai pianeti e all'astronomia, con tanto di lampade studiate per rendere luminoso l'ambiente,
lo studio,
 

corridoi e scale.
Dalle scale si accede al piano superiore dedicato ad un'esposizione permanente di opere d'arte di entrambe gli artisti della famiglia. Tra queste spicca l'opera più importante di Khalifa Al-Qattan,
che descrive un sogno: ci sono i sei paesi arabi a cui il Kuwait ha dato aiuto, che lui crede volteranno le spalle al suo paese. E lui che si immagina venga poi imprigionato per queste sue tesi politiche.
Ed il tour non può che concludersi in una stanza della meditazione. I sensi vengono stimolati ad allertarsi, in questo ambiente ci sono pianeti che ruotano, luci colorate a ricordare le stelle ed immensi cieli notturni, una musica giapponese di sottofondo che ti lascia immergere nei tuoi pensieri.
Grazie Hamad per averci condotto in questa esperienza di pionierismo antesignano di radicali cambiamenti culturali.
Aver condiviso questa particolare visita con Mara ci ha resi amici e così decidiamo di separarci per un po' di ristoro e rivederci in serata.
Ci rincontriamo al Marina Mall, centro commerciale che si affaccia sul mare. Ci godiamo un bel tramonto,
e la spiaggia notturna!
Ed il cerchio amicale si allarga! Ci raggiunge anche il nostro amico Anwar, con la famiglia di sua sorella e suo zio. Di nuovo insieme in uno dei paesi del golfo, alle volte il mondo è piccolo e riserva quelle sorprese che deliziano la vita!