E' vero,
come mi dice spesso mio marito, che non preparo mai a fondo il viaggio, non
studio tutto nel dettaglio... lo so, ma adoro quella sensazione di inaspettato
che ti inebria. Ed è così che si è tradotto il giro in Sri Lanka, un viaggio
verso una terra che ti porta al "confine", laddove di affacci a
strapiombo e davanti a te si cela la natura in tutta la sua magnificenza. Lo
sguardo si perde, non riesce mai a catturare la panoramica che immensamente ti
si staglia di fronte; ti entra dentro, ti cattura e vorresti abbracciarla, ma
la stretta è incapace di afferrarla.
Atterriamo a Colombo, la capitale, di cui
ricordiamo solo il clima estremamente umido della notte. L'indomani mattina ci
viene a prendere il nostro driver, Rihan, un giovane ragazzo cingalese, che,
oltre ad accompagnarci in questa avventura, ci racconterà anche tanti aspetti
socio-culturali del suo paese. Prima di partire ci siamo più volte chiesti se
fosse opportuno rivolgersi ad una terza persona o se muoverci autonomamente, ma
una volta immersi nel traffico, abbiamo compreso che non saremmo riusciti
facilmente a districarci nella guida folle e spericolata del posto. Nonostante
tuk-tuk e macchine di bassa cilindrata, la guida è ancora più pericolosa che in
Arabia Saudita. Essendo partiti da Dammam, il primo colpo d'occhio è stato il
verde lussureggiante del paesaggio intorno a noi. I primi stop lungo la strada
sono per abbeverarci e sorseggiare latte di cocco tagliato all'istante
e magari
lanciare lo sguardo verso l'alto, verso quel Budda eretto in cima alle
montagne.
Un lungo
attraversamento per raggiungere la costa nord orientale del paese, Trincomalee.
Un luogo suggestivo per le acque del suo meraviglioso mare.
Mio
marito imbraccia una simpatica scimmietta dispettosa, che tenta di rubargli gli
occhiali e qualche tratto più avanti veniamo fermati da un gruppo di istruttori
di snorkeling che ci convincono a seguirli, nonostante la mia resistenza per le
mie stentate capacità natatorie. Pedissequamente guidata anche nella respirazione,
faccio una delle esperienze più belle della mia vita, affacciarsi sulla
barriera corallina ed osservare quel variegato mondo sommerso è incredibile. Dei
pesci variopinti e coloratissimi, rimango colpita dalla loro fluorescenza,
quasi sconosciuta nella natura del mondo
terreno. Sembravo Alice, che calatasi al di sotto delle acque incontra un mondo
fantastico, continuando ad indicare tutto ciò che di sconosciuto mi appariva di
volta in volta. Mi spavento alla vista delle murene e mi metterei a seguire i
branchi di migliaia di piccoli pesci che si muovono all'unisono.
E' l'indomani mattina che ci svegliamo
prestissimo per goderci le luci dell'alba, dai colori tenui, dai riflessi sul
calmo ondeggiare delle acque
e dal
risuonare di una musica. Pensavamo fosse organizzata dalla nostra struttura
alberghiera ed invece capiamo che il suono proviene da altrove. Veniamo
attirati da questo rilassante richiamo e scopriamo in fondo alla spiaggia un
piccolo villaggio di pescatori di religione buddista. E' un suono che concilia
il risveglio ed incita ad iniziare una fruttuosa giornata. Ci fermiamo, ci
separa una striscia di mare, ma ci sentiamo inclusi in questa fervente
atmosfera. Ed ecco la prima distanza, un mondo diverso, un mondo fatto di
musica, di note, di incensi sempre accesi, di rintocchi, ma anche di dignitosa
fatica.
Una certa
vena spirituale ci ha accompagnati durante la mattinata per vedere i templi di
questa città. Scopriamo che è una giornata di festa per gli induisti che si
riversano lungo le strade in festanti processioni, per raggiungere i luoghi
sacri. Vestiti a festa, con tessuti dai colori sgargianti, molto spesso portano
in capo delle ceste di frutta (di solito offerta alle divinità) o si decorano con delle piume di pavone.
Queste
colorate architetture, spesso erette alla base di alberi imponenti, che
spiccano colorati verso il cielo,
ricoperte
di immagini divine o di figure animali, vanno visitati a piedi scalzi. Ogni
dettaglio è fortemente simbolico e significativo. Allo Sri Pathrakali Amman Temple, abbiamo
assistito ad una celebrazione, con sottofondo di musica suonata con shanai (uno
strumento a fiato che appartiene alla famiglia dell'oboe, il cui suono è
ritenuto propiziatorio) e tamburo.
Abbiamo
assistito ad un lungo rituale di abluzione, di accensione di incensi ed
offertorio.
Altro
tempio meraviglioso è il Koneswaram temple, che sorge nella parte alta della
città, all'interno delle mura di cinta dell'ex colonia olandese. Ai piedi
dell'altura dei campi che ospitano dei dolci cerbiatti, mentre in alto si ha
tutta la bellezza delle scogliere che cadono vertiginose nel mare. E' luogo di
venerazione di Shiva.
Nel corso della storia il complesso è stato più volte ristrutturato ed ampliato dai vari reali e devoti. Il tempio è rimasto in rovina fino al 1950 quando alcune antiche statue appartenenti alla gloriosa storia di questo luogo tornarono a vedere la luce in un cantiere della zona. Nel 1956 poi, un subacqueo scoprì alcune rovine del tempio che giacevano sotto la superficie del mare e che presto diventarono uno dei luoghi al mondo più fotografati dagli appassionati di sub. Quello che vediamo oggi è il tempio restaurato e inaugurato nel 1963; da allora riveste un ruolo di primo piano per la comunità hindu dello Sri Lanka.
E' qui
che conosciamo questo papà con il figlio che portano in dono una gallina. Il
papà ci spiega che sono in visita per onorare un voto, il piccolo aveva una
grave malattia al fegato, da cui è stato guarito. L'offerta è in risposta
all'intercessione delle divinità alla salvezza del bambino.
Allontanandoci,
a pochi minuti dalla costa approdiamo su un'isola piccola e selvaggia, Pigeon
Island. Si tratta di uno del parchi marini nazionali dello Sri Lanka.
Possiede
una meravigliosa spiaggia: una distesa di coralli bianchi.
Tutto intorno le
acque nascondono la bellezza della barriera corallina. La trasparenza delle
acque dona visibilità anche ad occhio nudo già a riva, con moltitudini di
pesciolini che giocano a rincorrersi. L'aspetto selvaggio viene, poi,
accentuato dalle numerose rocce smussate dal tempo.